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Al Palazzo della Ragione di Bergamo i lavori più recenti di Daniel Buren
- Ada Masoero
- 30 giugno 2020
- 00’minuti di lettura


Particolare dell’installazione «De la rotonda a la fuente, 5 colores para México. Homenaje al Arquitecto Manuel Tolsá», 2018, Città del Messico, Artz Pedregal. © DB-ADAGP Paris
Luci sulla rinascita
Al Palazzo della Ragione di Bergamo i lavori più recenti di Daniel Buren
- Ada Masoero
- 30 giugno 2020
- 00’minuti di lettura
Una nuova luce per Bergamo, dopo i mesi crudeli della pandemia: nella Sala delle Capriate del magnifico Palazzo della Ragione va in scena, dal 9 luglio all’1 novembre, «Daniel Buren per Bergamo. Illuminare lo spazio (lavori in situ e situati)». Per il terzo anno, il più antico Palazzo Comunale d’Italia diventa la sede espositiva estiva della GAMeC, che ha promosso e realizzato la mostra (curata dal suo direttore Lorenzo Giusti), in cui si presentano i lavori più recenti di Buren, realizzati con la fibra ottica. Nato nel 1938, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1986, convinto assertore della necessità di un’arte pubblica fruibile da tutti, Buren si serve da tempo di stoffe a bande colorate ma negli ultimi tempi ha rivolto la sua indagine anche all’uso della luce.
La materia di cui sono costituiti questi lavori, tessili sì, ma emananti luce, coniuga le due ricerche, mentre proietta la propria luminosità in quel grandioso ambiente storico e, in dialogo con gli affreschi medievali strappati dalle facciate di case e chiese della Città Alta e qui collocati negli anni ’80, ne ridisegna lo spazio tanto con le opere site specific quanto con quelle «situate», adeguate quindi a questo contesto architettonico ma trasferibili anche altrove. Insieme, questi lavori vanno a comporre una vasta installazione scultorea, carica al tempo stesso dei significati simbolici di rinascita, di un nuovo inizio, di cui la luce è da sempre portatrice.

Particolare dell’installazione «De la rotonda a la fuente, 5 colores para México. Homenaje al Arquitecto Manuel Tolsá», 2018, Città del Messico, Artz Pedregal. © DB-ADAGP Paris