Lo Zen e il segno

Doppio appuntamento espositivo alla Fondazione Tito Balestra Onlus nella sede del Tempio Malatestiano di Longiano

Stefano Luppi |  |  Longiano (Fc)

Fino al 10 luglio, a cura di Giuseppe Appella, è visibile la mostra «Kengiro Azuma. Terrecotte e opere grafiche», composta da 24 terrecotte, 6 formelle in maiolica, 3 sculture di pane, 18 acqueforti, 8 grafiche a tecnica mista, 5 disegni a matita e 4 litografie. Questa produzione di Azuma risale al 2010, è stata realizzata durante un soggiorno e raccolta nel volume Azuma a Matera (Edizioni della Cometa, Roma 2010).

La produzione dell’artista giapponese, ormai italiano di adozione, si affina attraverso una sintesi dell’arte Zen mediata dalla lezione del suo maestro Marino Marini e di Lucio Fontana. «Essere Zen, spiega l’artista, significa essere vuoti come un bicchiere. Quello che rende un bicchiere tale non è il materiale con cui è costruito, ma il vuoto che viene riempito dalla bevanda che vi versiamo. Essere vuoti, infatti, significa essere sempre pronti a ricevere».

Chiude il 10 luglio
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Stefano Luppi