Lind-Ramos al MoMa
Le sculture evocative dell’artista portoricano compongono la più grande personale museale a lui dedicata

«La mia pratica consiste in un esercizio di memoria, ha spiegato Daniel Lind-Ramos. Oggetti legati alla mia identità afrocaraibica mi consentono di connettermi a quella memoria e di sperimentare con le possibilità formali e simboliche della sua materialità».
La cittadina portoricana di Loíza è il centro di gravità della sua arte: è qui che Lind-Ramos (classe 1953) raccoglie i suoi oggetti, prendendoli in prestito dalla natura o ricevendoli in dono dai vicini. Questi stessi oggetti, da detriti e utensili quotidiani a noci di cocco e cimeli familiari, vanno a formare le sue sculture, offrendo un ritratto nostalgico e composito di una comunità plasmata da secoli di tradizioni ancestrali, colonialismo e cataclismi naturali.
Dal 20 aprile al 4 settembre il MoMA PS1 dedica all’artista la sua più grande personale museale. Per la mostra newyorkese, sono due i nuovi lavori prodotti da Lind-Ramos: «Luna Negra» (2022), opera ispirata alle mangrovie di Piñones, che rivestono un ruolo essenziale nella lotta contro il climate change, ed «El Viejo Griot» (2022), che rievoca la storia di Portorico alludendo a un personaggio delle Fiestas de Santiago Apóstol, una celebre festività annuale dell’isola.
Fra le altre opere, le tre sculture monumentali della serie «Las Tres Marías» (2018-22), create a partire da oggetti e materiali raccolti dall’artista dopo le devastazioni dell’uragano Maria, che nel 2017 ha modificato definitivamente l’ecosistema isolano. Concludono la mostra due lavori realizzati durante la pandemia, «La ambulancia» (2022) e «Alegoría de una obsesión» (2022): incorporando elementi quali luci di emergenza e attrezzi per la pulizia, queste opere offrono una lirica riflessione sull’esperienza collettiva del trauma e della perdita.