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Giusi Diana
Leggi i suoi articoliEnte di diritto pubblico istituito nel 1996 come organo culturale e informativo dell’Assemblea Regionale Siciliana, la Fondazione Federico II ha il compito di valorizzare il patrimonio culturale della Sicilia e i suoi artisti e di gestire i servizi aggiuntivi di Palazzo Reale, imponente residenza dei re normanni sorta nel 1130 su preesistenze puniche, romane, bizantine e arabe che registra ogni anno oltre 350mila visitatori grazie anche alla presenza della Cappella Palatina (1132), recentemente dichiarata patrimonio Unesco.
Diretta da Francesco Forgione, la Fondazione organizza nelle Sale Duca di Montalto mostre temporanee di artisti italiani e internazionali. Tra queste la personale di Ferdinando Botero «Via Crucis, la pasión de Cristo» si è conclusa lo scorso anno con un grande successo di pubblico: 192.531 visitatori e 562mila euro di incasso, come ha ricordato il presidente dell’Ars e della Fondazione Giovanni Ardizzone.
Nelle stesse sale fino al 31 agosto è allestita l’antologica «Antonio Ligabue (1899-1965). Tormenti e incanti», curata da Sandro Parmiggiani e promossa in collaborazione con la Fondazione Museo Antonio Ligabue. Oltre ottanta opere sono ordinate lungo un percorso cronologico comprendente dipinti, sculture, disegni e incisioni che l’artista, nato a Zurigo nel 1899 e vissuto a Gualtieri (Reggio Emilia), ha realizzato nell’arco della carriera.
La mostra si sviluppa in tre sezioni. Nella prima raccoglie lavori eseguiti tra il 1928 e il 1939 raffiguranti, tra l’altro, autoritratti e animali esotici e domestici.
Nella seconda sezione, con opere realizzate tra il 1939 e il 1952, i protagonisti diventano il colore, spesso e vibrante, e un’accentuata espressività. Nella terza parte infine è esposta la produzione dell’ultimo decennio (1952-62), alla fine del quale Ligabue fu colpito da una malattia che lo lasciò invalido sino alla morte avvenuta nel 1965.
Fino a settembre, inoltre, nel cortile Maqueda si può ammirare l’installazione pavimentale di Filippo di Sambuy, parte della mostra diffusa dedicata alla figura dell’Imperatore Federico II, intitolata «Stupor Mundi, l’Origine».
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