Les Italiens chez Matteucci
Finalmente esposte le collezioni Borgiotti e Piceni
La mostra «Il tempo di Signorini e De Nittis, l’Ottocento aperto al mondo nelle collezioni Borgiotti e Piceni», su progetto di Giuliano Matteucci, ricostituisce il dialogo tra due delle più significative raccolte del panorama italiano, ora in comodato per tre anni presso la Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna (sede della mostra dal 2 luglio al 26 febbraio): quelle di Enrico Piceni (1901-86) e di Mario Borgiotti (1906-77) che, nella Milano del secondo dopoguerra, seppero interpretare il pensiero del critico, oltre che mentore e mecenate, dei Macchiaioli, Diego Martelli. Piceni (traduttore di Dickens e della Brönte, amico di Montale e di Vergani, collaboratore di Mondadori per le collane «Medusa» e «Gialli») e Borgiotti (musicista e violinista, amico di Papini, Cecchi e Soffici, livornese di nascita, cresciuto nella Firenze del caffè Giubbe rosse)
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