«Ragazza dagli occhi tristi», 1912, di Alexej von Jawlensky (particolare). Cortesia del Kunstmuseum Bonn. Foto di Reni Hansen

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«Ragazza dagli occhi tristi», 1912, di Alexej von Jawlensky (particolare). Cortesia del Kunstmuseum Bonn. Foto di Reni Hansen

Le variazioni di Alexej von Jawlensky

I visi, i paesaggi e le nature morte dell'artista al Kunstmuseum di Bonn

Alexej von Jawlensky (1864-1941) è protagonista di una retrospettiva tematica nel Kunstmuseum di Bonn dal 5 novembre al 21 febbraio, a quasi 50 anni dall’ultima (datata 1971). Intitolato «Alexej von Jawlensky: visi/paesaggi/nature morte», il percorso si concentra su 70 dipinti e disegni dell’artista di Toržok e mette in luce il progressivo svilupparsi della tecnica coloristica espressionista, attraverso tre fra i suoi soggetti preferiti: volti umani, paesaggi e nature morte.

Intensamente cromatiche le prime opere a tema, realizzate a Monaco di Baviera e negli anni del Blaue Reiter, caratterizzate da un uso personalissimo del colore steso a campiture larghe e piatte.

La mostra cronologica prosegue con le opere realizzate nel periodo svizzero durante la Grande Guerra: la serie di variazioni delle «Teste mistiche» di ispirazione bizantina e delle «Teste astratte», loro filiazione. Poi il rientro in Germania, documentato dalle «Meditazioni» di piccolo formato cui lavorò, artrite permettendo, fino al 1937 circa.

Con il passare degli anni Jawlensky ridusse le dimensioni dei quadri e accentuò l’intensità e la luminosità dei colori, tendendo a una dimensione marcatamente spirituale. La mostra è realizzata in collaborazione con il Museum Wiesbaden che presenta in contemporanea una collezione delle opere più importanti di August Macke provenienti dal Kunstmuseum di Bonn.

«Ragazza dagli occhi tristi», 1912, di Alexej von Jawlensky (particolare). Cortesia del Kunstmuseum Bonn. Foto di Reni Hansen

Francesca Petretto, 04 novembre 2020 | © Riproduzione riservata

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Le variazioni di Alexej von Jawlensky | Francesca Petretto

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