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Le reliquie di Cesario

Arianna Antoniutti

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Fino al 25 giugno, i Musei Vaticani ospitano, nel Museo Pio Cristiano, la mostra «Dilectissimo fratri Caesario Symmachus. Tra Arles e Roma: le reliquie di san Cesario, tesoro della Gallia paleocristiana», dedicata alla figura di Cesario, vescovo di Arles dal 502 al 542. La rassegna segna l’inizio di una collaborazione scientifica tra i Musei del papa e il Musée départemental Arles antique, istituzione dalla quale provengono le reliquie del santo, erudito e umanista che nel 513 ricevette a Roma, da papa Simmaco, il pallio vescovile.

Due pallii, una tunica, scarpe e una cinta con fibbia in avorio ornata a rilievo, sono gli oggetti devozionali appartenuti a Cesario esposti accanto a reperti tutti di provenienza vaticana che ne testimoniano il diffondersi del culto: frammenti di stoffe, sarcofagi, lucerne bronzee e fittili, epigrafi. Unica eccezione, la collana in oro con monogramma cristologico del Museo Nazionale Romano, mentre dalla Biblioteca Apostolica Vaticana giunge il codice carolingio in cui è trascritta una lettera indirizzata da Simmaco a Cesario, e dal cui incipit è tratto il titolo della mostra, la prima inaugurata dal nuovo direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta. La cura è di Umberto Utro, Alessandro Vella e Claude Sintès.

Arianna Antoniutti, 21 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

Le reliquie di Cesario | Arianna Antoniutti

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