Si avvale di una lunga proroga, fino al 27 febbraio 2022, al Castello di Udine la mostra «Antichi abitatori delle grotte in Friuli», che racconta l’utilizzo di queste cavità naturali a partire dalla preistoria grazie alle tracce e ai resti lasciati da animali e uomini. Lungo il percorso espositivo si affrontano i temi del carsismo della regione e delle ricerche condotte nelle valli del Natisone con il Riparo di Biarzo che ha restituito una stratigrafia che va dall’Epigravettiano recente (13mila-12mila anni fa) sino all’età del Bronzo. Tra i materiali esposti alcuni ciottoli (probabili pesi da rete) e 59 conchiglie forate, presumibilmente per essere cucite sugli abiti o come elementi di monili.
La mostra è nata dalla collaborazione tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Musei Provinciali di Borgo Castello di Gorizia con il contributo delle Università di Ferrara e di Trieste e del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Proprio non lontano da Cividale, a Pulfero, si trova la grotta di San Giovanni D’Antro frequentata già nel Neolitico: al suo interno i Romani crearono una postazione militare, divenuta poi luogo di culto in epoca longobarda.
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