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Una selezione delle opere più recenti del 35enne artista di Hong Kong
- Federico Florian
- 04 luglio 2019
- 00’minuti di lettura


Un fermo immagine di «Fables 1» (2018). Cortesia di Edouard Malingue Gallery e dell’artista
Le fiabe di Wong Ping al Camden Arts Centre
Una selezione delle opere più recenti del 35enne artista di Hong Kong
- Federico Florian
- 04 luglio 2019
- 00’minuti di lettura
Federico Florian
Leggi i suoi articoliVincitore della prima edizione del Camden Arts Centre Emerging Artist Prize, premio volto a sostenere nuove voci nella scena dell’arte internazionale, l’artista digitale Wong Ping, nato 35 anni fa a Hong Kong, è l’autore di dissacranti animazioni in technicolor la cui estetica richiama il modernismo di Léger, la Pop art di Allen Jones e i videogame degli anni Ottanta.
In occasione della sua mostra personale al Camden Arts Centre (Cac) di Londra (dal 5 luglio al 15 settembre), la prima in un’istituzione britannica, Ping presenta una selezione delle sue opere più recenti. Fra i lavori in mostra, i film «Fables 1» (2018) e «Fables 2» (2019), popolati da animali e creature fantastiche (ad esempio, una mucca condannata alla prigione, un coniglio omicida a tre teste e un albero dotato di poteri telepatici): una moderna reinterpretazione delle favole di Esopo e dei fratelli Grimm.
Tutte opere, quelle esposte a Londra, le cui narrazioni filmiche rivelano schizofrenie e patologie collettive ed esplorano la relazione, a volte problematica, tra mondo fisico e universo digitale. Sciorinando contenuti di carattere sessualmente esplicito, i film di Ping mettono spesso in scena, attraverso il caratteristico humour nero, psicodrammi amorosi che raccontano una realtà in cui il contatto fisico è sostituito dalla comunicazione digitale e il romanticismo minacciato dalle dinamiche dell’online dating.
Nell’esposizione al Cac, le animazioni digitali sono accompagnate da installazioni e ambienti scultorei in cui gli oggetti che le compongono alludono alla frenesia consumistica del mondo contemporaneo.

Un fermo immagine di «Fables 1» (2018). Cortesia di Edouard Malingue Gallery e dell’artista