Le esplorazioni senesi di Costantino Bulgari

Sono alla base di uno studio di Paolo Torriti sulle manifatture orafe della città del Palio

Un particolare del paliotto d’altare di Grosseto
Paola Venturelli |

Dalla metà del secolo scorso, per circa dieci anni, Costantino Bulgari, figlio del fondatore della maison Bulgari, Sotirios Voulgaris, affidò a diversi studiosi locali la capillare esplorazione di chiese, conventi e case private toscani dove si potessero trovare argenti per raccogliere informazioni destinate alla sua monumentale opera Argentieri, Gemmari e Orafi d’Italia, il cui primo volume, dedicato Roma, sarebbe uscito nel 1958.

Un decennio fa la figlia di Costantino Bulgari, Anna, ha deciso di donare i quattro faldoni relativi alla Toscana a Giovanni Raspini. I due riguardanti Siena con le schede compilate da Ippolito Machetti, autore nel 1929 di uno studio su oreficerie senesi al quale Bulgari aveva commissionato le ricerche, sono pervenuti all’Università di Siena, nella sede di Arezzo, città diventata il più importante comprensorio imprenditoriale orafo toscano.

Parte da questi inediti
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