Le esplorazioni emotive di Joanna Piotrowska

Nella prima monografica francese della fotografa polacca a Le Bal, il lavoro presentato all’ultima Biennale di Venezia

«Untitled», 2015, di Joanna Piotrowska. © Joanna Piotrowska. Cortesia della Galerie Madragoa, Lisbona
Luana De Micco |  | Parigi

Joanna Piotrowska (Varsavia, 1985), fotografa polacca che vive e lavora a Londra, con uno stile a metà tra finzione e documentario esplora i rapporti familiari nella loro ambivalenza, tra libertà e oppressione, intimità e violenza. Il suo lavoro, presentato all’ultima Biennale di Venezia, fino al 21 maggio è esposto a Le Bal: «Entre nous» è la prima sua monografica in Francia, realizzata in collaborazione con la Phillida Reid Gallery di Londra. La casa e il corpo sono elementi centrali della sua poetica.

Nella sua prima serie «Frowst», realizzata dal 2014, l’artista, ispirandosi alle sedute di terapia di gruppo, compone un ambiguo album di famiglia in cui fa assumere ai protagonisti pose rigide: gli abbracci sembrano forzati e la vicinanza crea disagio. Nella serie «Frantic» (2016-19) chiede alle persone ritratte di costruire rifugi di fortuna nelle loro case accatastando oggetti della vita quotidiana come mobili, libri, tende a mo’ di tetti, costruzioni in equilibrio precario sotto cui proteggersi.

Nella serie sulle donne, ritrae corpi in pose contorte e scultoree, come sospesi, con i pugni tesi e le gambe piegate in gesti di autodifesa. «Ciò che il linguaggio non può esprimere, Piotrowska lo mette volontariamente in scena attraverso gesti e atteggiamenti composti con cura, creando un alfabeto corporeo, insolito e graffiante», osservano le curatrici Julie Hérault e Diane Dufour.

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