Iva Lulashi, «Un piatto per gli Dei», 2021

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Iva Lulashi, «Un piatto per gli Dei», 2021

Le donne libere e desideranti di Iva Lulashi

Con la personale dell’artista albanese l’avvocato Giuseppe Iannaccone promuove un progetto per la «sua» Corniglia, donando un lavoro alla città

Da un’idea del collezionista Giuseppe Iannaccone l’8 agosto, all'Oratorio dei Disciplinati di Santa Caterina di Corniglia (Sp), aprirà al pubblico la mostra personale dell'artista albanese Iva Lulashi (nata a Tirana nel 1988, oggi a Milano) «Libere e desideranti», visitabile sino al 30 settembre.

Il progetto

L’avvocato Giuseppe Iannaccone ama l’arte. Non ci vuole un occhio allenato per capirlo, fin dall’ingresso del suo studio di Milano in corso Matteotti. E anche se potrebbe sembrare prosaico, è proprio dall’amore che scaturisce questo progetto, tra arte e territorio, due parole terribilmente importanti e voracemente abusate dalla politica nazionale di questi tempi. Il territorio è quello delle Cinque Terre, a Corniglia, luogo del cuore per Iannaccone, e l’arte è costituita da Iva Lulashi, talentuosa quanto melanconica artista albanese.

La mostra, realizzata grazie al contributo di Fondazione Carispezia nell’ambito del Bando Aperto 2021 nel settore Arte e Cultura, fortemente voluta dal Comune di Vernazza, vuole essere la prima di una serie di iniziative ed eventi espositivi da realizzarsi nelle Cinque Terre «in modo da porre all’attenzione questi territori, non soltanto per la loro grande bellezza, ma anche quali terre d’arte», suggerisce il Sindaco di Vernazza Francesco Villa, che, in collaborazione con Giuseppe Iannaccone, immagina in questo contesto nuove possibilità dedicate in particolare alla giovane arte italiana.

Lo stesso avvocato dice al Giornale dell’Arte: «Mi è venuta questa idea pensando ai grandi artisti che negli anni si sono innamorati delle Cinque Terre, fra tutti cito solo Renato Birolli, Alighieri Boetti e da ultimo Michelangelo Pistoletto che ha accolto questa iniziativa con grande entusiasmo».

L’artista
Ricordo di aver visto per la prima volta il lavoro di Lulashi in una Artissima pre-pandemica (triste quanto efficace dover dividere il tempo sulla base di questo spartiacque esistenziale). Era esposto alla Prometeo Gallery di Ida Pisani, che ancora oggi la rappresenta ed è partner anche di questa iniziativa. In quell’occasione al muro dello stand (e sono quasi certo di averne rivisti alcuni in collezione Iannaccone) vi erano una serie di quadretti di piccole e medie dimensioni, tipici di un certo melanconico intimismo balcanico, qualcosa di simile a Serban Savu, che raffiguravano scene tratte da film, quasi abbozzate, quasi in una sorte di cornice a-temporale, con una pennellata che ricordava le nebbie di Gerhard Richter, di un tempo che sta passando nel momento in cui lo si concepisce, ed anche un tempo che forse non esiste più ma che è bene sforzarsi di ricordare.

Questa volta a Corniglia vengono esposti, ci fa sapere il comunicato della mostra, per la prima volta i dipinti più recenti dell'artista, realizzati nel corso del 2021, tutti inediti e ispirati da un periodo di permanenza della stessa Iva Lulashi a Corniglia. La pittura è sempre quella, coppie che si abbandonano ad un bacio, amiche in un prato in un cerchio saffico ma anche felicemente estivo, un’estate che, almeno dalle parti di chi scrive, non sembra più attuale, anche se desiderabile, essere nudi in un prato a raccontarsi, forse ad amarsi, a sognare. Lontani da questa contemporaneità pressante, quel dolce far nulla che ormai leggiamo solo più a scuola.

Vi è anche inquietudine in queste immagini, come nel lavoro «Più pallida dell'erba» (olio su tela, 90x90cm, 2021) in cui una ragazza sta per avere un rapporto con qualcuno che immaginiamo molto più maturo, con un volto preoccupato e diafano come quello delle tubercolotiche di scapigliata memoria. La sua pittura continua anche qui a mescolare esperienze individuali, forse autobiografiche, a tematiche pubbliche, politiche e sociali.

«A partire da frammenti di video rintracciati nel flusso continuo della rete, Lulashi sovrappone memorie passate e immaginari presenti e pone al centro della propria riflessione la centralità del corpo, dell'erotismo e del desiderio nella determinazione dell'esistenza. Dopo aver ripercorso le tracce di un passato politico, quello albanese, solo parzialmente vissuto, attingendo ai filmati della propaganda comunista per le opere che hanno trovato spazio per la prima volta nel 2018 nella collettiva di artisti albanesi organizzata in collaborazione con Adrian Paci nello studio di Giuseppe Iannaccone a Milano e nella prima mostra personale dell'artista alla Prometeo Gallery di Milano, la ricerca dell'artista si concentra ora sulla potenza e la seduzione delle immagini erotiche».

Il territorio
Questa mostra poi, non è un disco volante nel deserto dell’Arizona come alcune delle mostre estive che possiamo vedere nelle calde mete turistiche dello stivale: non è fatta (solo) per il piacere di esporre, ma desidera entrare (e rimanere) nella vita della cittadinanza di Corniglia e Vernazza. Infatti, nell’occasione della mostra, gli abitanti di Corniglia potranno scegliere l’opera più significativa che verrà donata al paese dall'ideatore del progetto, Giuseppe Iannaccone: «Quello che vorrei realizzare alle Cinque Terre è un punto di riferimento della giovane arte italiana da mostrare ai turisti che in estate arrivano qui da tutto il mondo».

Soprattutto in questo sta il senso di questa iniziativa: non solo l’occasione di portare una riflessione visiva in una porzione di territorio molto specifica, ma lasciare una traccia condivisa di quell’evento, per costituire una memoria collettiva e, si spera, una consapevolezza civica sull’importanza dell’arte e degli artisti per il progresso della società moderna.

La mostra è accompagnata da un catalogo con un’intervista e testi di Giuseppe Iannaccone, Antonio Grulli, Cristina Masturzo, Rischa Paterlini, Carlo Sala e Gloria Vergani.

Iva Lulashi | biografia
Iva Lulashi (1988) è nata a Tirana, Albania. Vive e lavora a Milano. Nel 2016 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il suo lavoro parte da tracce trovate, foto di scena o frames che riflettono il linguaggio visivo di una storia albanese, che non è mai stata consapevolmente vissuta dove inizia a incorporare filmati erotici, confondendo il confine tra gli alambicchi della propaganda comunista nei film, scene di sesso, e attività sane all’aria aperta.

Tra le sue mostre personali: «Passione cola, passione scorre» Prometeo gallery, «Vicino e altrove» doppia personale con Regina José Galindo alla Prometeo gallery, «Love as a glass of water» al Salzburger Kunstverein (Salisburgo), «Eroticommunism» alla Prometeo gallery (Milano), «Frames» alla Villa Rondinelli, Archivio Porcinai (Fiesole), «Where i feel there i am», Trart (Trieste).

Iva Lulashi, «Un piatto per gli Dei», 2021

Redazione GdA, 06 agosto 2021 | © Riproduzione riservata

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