Le croci di Cucchi nella chiesa di Tagliabue

L'artista ha potuto interpretare liberamente temi tradizionali dell’Antico e del Nuovo Testamento, reiterando il simbolo sulle pareti della nuova Chiesa di San Giacomo Apostolo

L'interno della Chiesa di San Giacomo Apostolo. Foto Paolo Fassoli
Valeria Tassinari |  | Ferrara

«Atterrata» come un oggetto straniante alla periferia di Ferrara, ma strutturalmente lanciata in simbolica elevazione verso l’alto, la nuova Chiesa di San Giacomo Apostolo (inaugurata il 16 ottobre e ora aperta al culto) è un volume fluttuante, come «una mongolfiera colorata che leggera cade dal cielo e sembra quasi, nel posarsi a terra, rimanere sospesa», secondo Benedetta Tagliabue, architetto italiano alla guida del premiato studio barcellonese Miralles Tagliabue Embt, che l’ha progettata per un concorso organizzato nel 2011 dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei).

Un progetto evocativo, che fonde l’archetipo originario della capanna in paglia e legno con gli sperimentalismi del cemento armato, e che senza retorica evidenzia la relazione tra spiritualità e creatività contemporanea, grazie anche alla collaborazione tra iconologo, progettisti e artista impegnato nella decorazione.

Per don Roberto Tagliaferri, teologo e liturgista che ha contributo all’ideazione, «ogni generazione deve ridire la fede con linguaggi sempre nuovi» e così l’artista Enzo Cucchi ha potuto interpretare liberamente temi tradizionali dell’Antico e del Nuovo Testamento, reiterando sulle pareti il simbolo della Croce in potenti strutture tridimensionali in cemento armato associate a elementi in ceramica, essenziali apparizioni, arcane ed elusive. Nel 1997 dalla collaborazione di Cucchi con Mario Botta è nata in Canton Ticino la celebre Cappella del Monte Tamaro (con libro Allemandi).

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Valeria Tassinari