Dopo la grande monografica dedicata da Cortesi Gallery a Heinz Mack (Lollar, 1931) nel 2019, allora nella sede milanese di corso di Porta Nuova, l’artista tedesco è il protagonista, dal 28 ottobre al 27 gennaio, di un’altra personale, ora nella nuova sede di via Morigi 8, nel cuore della Milano più antica.
Con la curatela (come allora) di Francesca Pola, sempre affiancata dall’artista e dal suo studio, la nuova mostra è dedicata soprattutto, ma non solo, alle opere degli ultimi dieci anni e si concentra sull’indagine dei colori puri da lui condotta nelle «Chromatische Konstellationen», luminose «costellazioni cromatiche» in cui colore, luce e spazio danno vita a strutture emananti un’energia che da cromatica si fa, anche e palpabilmente, «fisica».
In mostra figurano anche acrilici su tela dei primi anni Duemila, come «Parade of Colours (Chromatic Constellation)», 2000, per documentare la precocità di questa sua ricerca, ma accompagnati da numerosi lavori recenti su tela e su carta, questi di minore formato, giunti dallo studio dell’artista.
Tutte opere da cui emerge vividamente la vibrazione luminosa dei colori, ponendo in evidenza la loro purezza e trasparenza, anche nei casi in cui a dominare è il nero (come nella «Chromatische Konstellation» del 2016, in mostra) perché il colore, qui, non è portatore di valenze emozionali ma si propone come pura energia.
Nessuna relazione, infatti, né con il mondo reale né con l’interiorità ma, ovunque, una ricerca rigorosa su sequenze armoniche di forme astratte che, declinate nella gamma dello spettro luminoso, si propongono agli occhi dell’osservatore nella loro autonoma fisicità.
Una pittura di luce, dunque, quella di Heinz Mack, che non a caso ha intrecciato un dialogo tanto felice con i dipinti di Tintoretto, Veronese e Tiziano, posti sulle pareti e sul soffitto del Salone Sansoviniano della Biblioteca Marciana, nella mostra «Heinz Mack. Vibration of Light», evento collaterale della 59ma Biennale di Venezia.
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