La vita esagerata del teatro alla moda

La copertina del volume
Luca Scarlini |

Benedetto Marcello aveva il dono del sarcasmo: basta scorrere il catalogo delle sue composizioni. Vi figurano un brano, Carissima figlia, in cui le dame del melodramma sono sbertulate e derise, e il celebre No che lassù, ne’ cori almi e beati non entran castrati, in cui mette in musica la sua avversione per i dominatori del teatro d’opera, che nella sua Venezia mietevano successi e guidavano il gusto.

Diastema manda ora in libreria una accurata edizione del suo testo più noto, in cui queste qualità scintillano. Si tratta de Il teatro alla moda (1720), curato con acribia da Michele Geremia. Sotto la forma del paradosso il patrizio veneziano, che condivideva con il conterraneo Carlo Gozzi, il dispregio del gusto dei suoi contemporanei. Il volume è accompagnato da una ricca iconografia, a cura di Maria Ida Biggi, che presenta le due facce della medaglia. Da una parte le immagini del melodramma, con gli
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