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La visita si fa in salita

Laura Giuliani

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Una volta varcato l’ingresso del museo da via Accademia delle Scienze, si prosegue al piano sotterraneo nella «hall ipogea» con ai lati biglietteria e bookshop. Da qui ha inizio la visita vera e propria con le due sale e il corridoio adiacente in cui si ripercorrono con documenti d’archivio e fotografie d’epoca le tappe della genesi del museo nato nel 1824 grazie alla collezione del diplomatico piemontese Bernardino Drovetti e alle campagne di scavo di Ernesto Schiaparelli tra 1903 e 1920 (esposti il famoso «Papiro regio» o «Canone Reale» e il Papiro di Iuefankh, lungo 19 metri).

Un sistema di scale mobili conduce al secondo piano e quindi alle 8 vetrine del Predinastico organizzate secondo un percorso tematico, alla sala dell’Antico Regno che annovera tra i reperti una notevole collezione di tessuti di lino plissettati. Poi la Tomba di Ignoti con gli oggetti disposti come al momento della scoperta e le pitture di Iti e Neferu, uno dei cicli pittorici più straordinari per un periodo così antico (Primo periodo Intermedio).

Medio Regno e inizio Nuovo Regno preparano la visita del primo piano: qui il villaggio di Deir el Medina, che per 500 anni ospitò la comunità di artigiani impegnata nella realizzazione delle vicine necropoli, e la famosa Tomba di Kha portata alla luce da Schiaparelli nel 1906, una delle tombe più ricche e parlanti di un «architetto» del Nuovo Regno, precedono la Galleria dei Sarcofagi nella quale durante i restauri sono affiorati gli affreschi settecenteschi delle volte; seguono l’area tematica, la sala della Valle delle Regine, la Papiroteca, l’epoca Tarda con quella Tolemaica e la sala Romano Copta con reperti islamici per la prima volta esposti e i tessuti tardoantichi.

Il percorso si conclude poi al piano terra con la Galleria dei Re (ex Statuario), alleggerita di opere trasferite nel percorso e dedicata alle statue reali, la sala nubiana (Sudan) e il tempio di Ellesija. Il 3° piano invece ospiterà mostre temporanee e i magazzini visitabili dal pubblico. I testi delle sale sono in italiano, inglese e arabo. Bellissimo il roof garden vetrato nella Manica Schiaparelli, con i locali della caffetteria pronta probabilmente questa estate.

Laura Giuliani, 09 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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