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La scultura fa figura

Guglielmo Gigliotti

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«Ecce Homo. Da Marino Marini a Mimmo Paladino. La scultura di figura in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi» è una mostra che mette a fuoco uno dei più antichi soggetti della storia dell’arte, sin dalle sue origini: la forma dell’uomo. Presso i Magazzini Tabacchi della Mole Vanvitelliana al porto di Ancona, fino al 7 maggio, sono visibili le oltre quaranta sculture con cui il curatore Flavio Arensi ha inteso tessere il filo della scultura figurativa degli ultimi decenni, a soggetto antropomorfico.

Il percorso non si svolge diacronicamente, ma perseguendo il labirinto di richiami e contrasti che artisti molto diversi possono evocare. Accanto ai lavori dei citati Marini e Paladino, si incontreranno le opere di Fausto Melotti («La disputa dei sette savi di Atene»), di Francesco Messina («Ritratto di Alfonso Gatto»), dell’anconetano Valeriano Trubbiani («Le morte stagioni»), Mirko Basaldella («Profeta»), Giacomo Manzù («Tebe distesa»), Augusto Perez («Testa d’uomo»), Alik Cavaliere («Apollo e Dafne») e Gino Marotta («Mare artificiale»).

Materiale non meno antico del soggetto antropomorfo, la ceramica, vede alcuni dei suoi più sensibili interpreti moderni, con opere che vanno a contrappuntare bronzi, gessi, cere e resine adottate dagli artisti citati. Gli scultori della ceramica sono Lucio Fontana, Aligi Sassu, Agenore Fabbri, Luigi Ontani, Giosetta Fioroni e Aldo Mondino. Le ultime generazioni sono rappresentate da artisti quali Pietro Ruffo, Donato Piccolo e Fabio Viale. Tra pittura e scultura si innesta invece l’omaggio a Vincent van Gogh di Enzo Cucchi.

Guglielmo Gigliotti, 16 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

La scultura fa figura | Guglielmo Gigliotti

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