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70 opere allestite all’Albertina presentano scene di quotidianità africana e una serie di autoritratti dell’artista tedesca
- Flavia Foradini
- 06 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Burning Sky» (1998), di Ruth Baumgarte
La prima retrospettiva austriaca di Ruth Baumgarte
70 opere allestite all’Albertina presentano scene di quotidianità africana e una serie di autoritratti dell’artista tedesca
- Flavia Foradini
- 06 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura
Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliSono una quarantina i soggiorni che a partire dagli anni ’50 Ruth Baumgarte fece in vari Paesi africani, cogliendo impressioni e atmosfere, umori sociali e politici. Nata a Coburg nel 1923 da una famiglia attiva nel mondo del teatro, e morta nel 2013, si dedicò alla pittura ma anche all’attività di illustratrice, di fotoreporter e di gallerista.
Ha lasciato una vasta produzione di schizzi, disegni, acquerelli, oli e grafica, che testimoniano del suo fascino per il rapporto fra uomo e natura, ma anche il suo interesse per le asimmetrie tra mondo industrializzato ed ex colonie avviate all’accidentata via dell’emancipazione. Mai esposta prima in Austria, dall’8 dicembre al 5 marzo Baumgarte è protagonista di una retrospettiva curata dalla direttrice di Albertina Modern, Angela Stief, ma ospitata nella sede storica del museo viennese.
Con il titolo «Africa: Visions of Light and Colour» 70 opere presentano in particolare scene di quotidianità africana, rese con composizioni dense di spunti evocativi e pennellate di colori accesi e pastosi. Fra i lavori di spicco «Burning Sky» del 1998: «Una scena apocalittica in cui il cielo pare in fiamme e immerge elementi naturali e figure umane in un rosso brillante. Il dipinto a olio fa parte di un periodo in cui l’artista tedesca dedica la propria attenzione a persone in viaggio o in fuga», spiega la curatrice. «È un’opera tipica della sua produzione, in cui emerge tutta la sua capacità espressiva cromatica, e anche l’uso simbolico del colore».
La mostra propone pure una serie di autoritratti, fra cui quello del 1947 in cui, appena ventitreenne, Baumgarte si presenta come artista, scegliendo colori chiari e caldi: sigaretta fra le labbra, baschetto sui riccioli biondi, tavolozza e pennello fra le mani, lo sguardo sicuro e dritto all’osservatore.

«Burning Sky» (1998), di Ruth Baumgarte