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Vittorio Bertello

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Gli esperti della casa d’aste Pandolfini hanno scelto i giorni centrali della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, il 27 e 28 settembre, per proporre oltre all’asta delle auto d’epoca (il 27; l’appuntamento è a Villa La Massa, alle porte di Firenze), due rilevanti vendite di arte antica (il 28) in Palazzo Ramirez Montalvo: l’ormai tradizionale «Capolavori da collezioni italiane», un ciclo inaugurato nel 2014, e l’inedito format «Opere di eccezionale valore storico-artistico».

Quest’ultimo è un catalogo tutto composto da opere notificate, perché dichiarate «di particolare importanza» nell’ambito del patrimonio culturale italiano. Vi figurano ad esempio una «Visione profetica di Giovanni» di Luca Giordano, olio su tela recentemente esposto nella mostra «Rubens e la nascita del Barocco» a Palazzo Reale a Milano e proposto in vendita con stime tra 80 e 120mila euro.

Dovevano far parte del polittico di Taddeo di Bartolo nella chiesa di San Domenico a Gubbio, smembrato nell’Ottocento (alcuni pannelli sono ora conservati in musei americani), l’insiem di otto dipinti a tempera su tavola a fondo oro databili al 1418. Il lotto, che comprende le figure di san Pietro Martire, san Luca, san Matteo, santo Stefano, san Tommaso d’Aquino, due santi vescovi e un santo domenicano, è stimato tra i 150 e i 200mila euro.

Al fiammingo Nicolas Régnier si deve un’«Allegoria dell’Estate» di grandi dimensioni, valutata tra 80 e 120mila euro. Era appartenuta alla collezione privata di Maria Callas e nel 2015 è stata esposta agli Uffizi, nella mostra sul pittore rinascimentale, la tavola di Piero di Cosimo raffigurante «Tritoni e Nereidi con Satiri e Ittiocentauro», datata tra 1500 e 1505: in asta è offerta con una valutazione tra i 130 e i 160mila euro.

Nell’altro catalogo spiccano l’«Apollo e Marsia», un olio su tela dipinto da Luca Giordano nel 1660 ca, con stime a richiesta; una scultura in avorio raffigurante Napoleone Bonaparte, eseguita nel 1805-10 e valutata 40-60mila euro; un doppio corpo veneziano di metà Settecento impiallacciato in noce e radica di noce, con ante a specchio incise, a 100-150mila euro; e un piatto del 1537 di Francesco Xanto Avelli, con la raffigurazione della «Morte dei Proci» (70-100mila).

Vittorio Bertello, 20 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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