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Il Busto di Nefertiti e l’Altare di Pergamo

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Il Busto di Nefertiti e l’Altare di Pergamo

La «Monna Lisa» tedesca deve restare a Berlino

La dichiarazione del funzionario tedesco arriva dopo che il segretario di stato di Berlino per la diversità si è espresso a favore della restituzione del Busto di Nefertiti e dell’Altare di Pergamo

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Redazione GDA

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Sulla scia della decisione di restituire alla Nigeria i Bronzi del Benin (saccheggiati dalla Gran Bretagna e venduti alla Germania), continua il dibattito sulla restituzione delle opere d’arte ai loro Paesi d’origine. Funzionari di Berlino hanno dichiarato che non è prevista la restituzione del Busto di Nefertiti o dell’Altare di Pergamo, rispettivamente all’Egitto e alla Turchia. Lena Kreck, senatrice per la giustizia, la diversità e la lotta alla discriminazione a Berlino, mercoledì scorso ha dichiarato alla Commissione giuridica del Parlamento di Berlino che esistono «differenti prospettive sulla giustizia del possesso dell’Altare di Pergamo e del Busto di Nefertiti, sia in senso legale che morale». Si tratta di due delle attrazioni più popolari dei musei berlinesi, ospitati rispettivamente nel Neues Museum e nel Pergamon Museum.

La dichiarazione è stata rilasciata dopo che il mese scorso la vice di Kreck, Saraya Gomis, si era espressa a favore della restituzione dei due manufatti in un’intervista rilasciata al quotidiano «Tagesspiegel». «Personalmente sono favorevole alla restituzione dell’Altare di Pergamo e del Busto di Nefertiti, ha dichiarato Gomis. Da una prospettiva antidiscriminatoria si deve dire che: “Tutti i beni culturali provenienti da altre regioni del mondo non ci appartengono, sono qui illegalmente”», aggiungendo però che la restituzione dei manufatti non è una decisione che le compete personalmente.

I commenti della Gomis hanno scatenato un acceso dibattito in Germania, con il quotidiano conservatore «Welt» che ha pubblicato un articolo a firma del critico d’arte Marcus Woeller dal titolo «La nostra Monna Lisa deve rimanere a Berlino», riferendosi alla bellezza del busto del 1340 a.C., che raffigura la moglie del faraone Akhenaton. La statua di Nefertiti fu scoperta nel sito di Tell el-Amarna nel 1912 dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt. L’Egitto ne chiede la restituzione da quando il busto è entrato nelle collezioni museali nel 1924, anche se la Fondazione prussiana per il patrimonio culturale sostiene di non avere ricevuto alcuna richiesta ufficiale. La Fondazione sostiene inoltre che il busto è stato portato via dall’Egitto legalmente, nonostante le contestazioni del Paese nordafricano.

Anche la Turchia chiede da tempo la restituzione dell’Altare di Pergamo. Risalente al II secolo a.C., il monumento greco fu acquistato dalla Germania in base a un accordo del 1879 con il governo ottomano. Lo storico del colonialismo tedesco Jürgen Zimmerer ha dichiarato che la restituzione dei Bronzi del Benin è stata «una svolta significativa perché significa che la responsabilità non è più solo per i crimini del proprio Paese, ma anche per aver tratto profitto dai crimini di un’altra potenza coloniale».

Secondo Zimmerer la rimozione del Busto di Nefertiti e dell’Altare di Pergamo dai loro Paesi d’origine è avvenuta in circostanze simili, sulla base di leggi coloniali o pressioni politiche, e secondo la stessa logica dovrebbe essere restituita. Il Ministero della Giustizia di Berlino ha dichiarato che: «Sebbene Saraya Gomis sostenga il suo punto di vista e accolga con favore il vivace dibattito pubblico, purtroppo al momento non è in grado di discutere questioni relative alla restituzione di oggetti specifici. Tali questioni, così come eventuali futuri rapporti tra Egitto e Germania, sono di competenza del Ministero degli Affari Esteri della Germania federale».

Il Busto di Nefertiti e l’Altare di Pergamo

Redazione GDA, 27 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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