I due bronzi restituiti al Benin per iniziativa tedesca. © Foto di Claudia Obrocki e Martin Franken

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I due bronzi restituiti al Benin per iniziativa tedesca. © Foto di Claudia Obrocki e Martin Franken

Storico accordo di restituzione tra Germania e Nigeria

I Bronzi del Benin tornano a casa: più di 1.100 oggetti saccheggiati rientreranno nel Paese africano, ma alcuni manufatti resteranno in prestito ai musei tedeschi

Alessandro Martini

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Dopo l’esempio della Smithsonian negli Stati Uniti, il Governo tedesco prosegue nel suo ambizioso programma di restituzioni, firmando un accordo chiave che trasferisce la proprietà di oltre 1.100 opere alla Nigeria. Due dei manufatti in bronzo del Benin, una testa di re (o «oba») e una targa del XVI secolo, sono stati consegnati ai rappresentanti nigeriani durante un’apposita cerimonia il primo luglio.

All’appuntamento di Berlino, il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha dichiarato: «I bronzi del Benin tornano a casa... È stato sbagliato appropriarsi di questi manufatti e trattenerli per 120 anni». L’ambasciatore della Nigeria in Germania, Yusuf Tuggar, ha twittato che «è stato un giorno storico con la cerimonia della firma tra i Governi di Germania e Nigeria per il trasferimento incondizionato della proprietà di 1.130 pezzi culturali dei Bronzi del Benin. La Germania ha aumentato il proprio impegno per riparare ai torti coloniali. Inizia una nuova era nella diplomazia culturale».

L’accordo pone fine a decenni di dispute sui manufatti in bronzo e avorio (i «Bronzi del Benin» comprendono anche oggetti in ottone e avorio e non solo in bronzo) saccheggiati dall’esercito britannico nell’attuale Nigeria meridionale nell’ambito di una spedizione punitiva nel 1897. Dagli anni ’60, la Nigeria ha ripetutamente chiesto il loro rimpatrio. L’anno scorso, il Governo tedesco e la Commissione nazionale nigeriana per i musei e i monumenti hanno firmato un memorandum d’intesa che stabilisce un calendario per la restituzione dei manufatti saccheggiati dal Palazzo reale del Benin.

Secondo un comunicato del Ministero degli Esteri tedesco, nei depositi e nelle collezioni di 20 musei tedeschi si trovano più di mille bronzi dell’ex Regno del Benin. I primi due bronzi saranno ritirati personalmente dal ministro degli Esteri nigeriano Zubairu Dada e dal ministro della Cultura Lai Mohammed, presenti alla cerimonia.

Baerbock ha spiegato che un console e uomo d’affari tedesco, Eduard Schmidt, acquistò la testa di un oba un paio di settimane dopo il saccheggio del 1897. «Con lui, il bronzo arrivò in Europa. Questa è una storia di colonialismo europeo. Non dobbiamo dimenticare che la Germania ha avuto un ruolo attivo in questo capitolo della storia recente».

I 1.100 reperti da restituire appartengono a diversi musei tedeschi che oggi detengono le maggiori collezioni di Bronzi del Benin: i musei etnologici di Berlino, Stoccarda, Colonia, Lipsia e Amburgo. Il Museo Etnologico di Berlino possiede il più grande nucleo di Bronzi del Benin in Europa dopo il British Museum.

In una dichiarazione congiunta pubblicata online, i Governi nigeriano e tedesco affermano: «Entrambe le parti esprimono la loro volontà politica di restituire tutti i Bronzi del Benin conservati nei musei e nelle istituzioni pubbliche tedesche». Ma non tutti gli oggetti contesi saranno restituiti. «Non tutti i Bronzi presenti nelle collezioni dei musei tedeschi torneranno immediatamente in Nigeria. La parte nigeriana si è dichiarata disposta a lasciare alcuni manufatti qui in prestito, in modo che possano continuare a essere esposti in Germania. Questo è un gesto molto speciale di fiducia e di amicizia tra i due Paesi», si legge in un comunicato pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri tedesco.

In particolare, la Germania ha accettato di contribuire alla costruzione di un nuovo museo per ospitare i Bronzi del Benin vicino al Palazzo reale di Benin City, il Museo Edo di Arte dell’Africa Occidentale. «Entrambe le parti si impegnano congiuntamente a sostenere la creazione di strutture museali a Benin City», si legge nell’accordo, in cui si aggiunge che «entrambe le parti intendono facilitare la circolazione di reperti culturali, in particolare dei Bronzi del Benin, collaborando a progetti internazionali e a mostre congiunte».

Resta da vedere se altri Paesi seguiranno l‘esempio. L’ultima mossa pone nuovamente sotto i riflettori il British Museum di Londra, che detiene circa 900 pezzi provenienti dal Regno del Benin, affinché restituisca le opere alla Nigeria. Una legge britannica del 1963 vieta al British Museum di rimuovere in modo permanente gli oggetti dalla sua collezione. Tuttavia, è in trattativa con le autorità nigeriane per prestare gli oggetti del Benin al progettato Museo Edo di Arte dell’Africa Occidentale, nell’ambito di una più ampia coalizione di istituzioni europee nota come Benin Dialogue Group.

All’inizio di quest’anno, la Smithsonian Institution di Washington ha accettato di restituire alla Nigeria la maggior parte della sua collezione di Bronzi del Benin nell’ambito di un vasto accordo.

Alessandro Martini, 05 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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