«Father and Son» (2022), di Jessie Homer-French

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«Father and Son» (2022), di Jessie Homer-French

La meticolosa e meditativa Jessie Homer-French

Prima personale milanese da Massimodecarlo per l’artista newyorkese

I dipinti meticolosi e meditativi, silenziosi ma tramati di domande, di Jessie Homer-French (nata nel 1940 a New York, autodidatta) nell’ultima Biennale di Venezia hanno ancora una volta sedotto gli spettatori. Ora, dopo la personale del 2021 nella galleria londinese, Massimodecarlo li porta per la prima volta a Milano dal 7 febbraio al 4 marzo, nella mostra «Memento Mori».

Come a Venezia, dove erano esposte sette tele, anche in questa mostra, più ricca, ricorrono i suoi temi prediletti: i cimiteri immersi nella natura, là innevati e qui verdeggianti, sotto alla cui superficie, in una striscia di terra che evoca un’antica predella, si vedono i corpi intatti di chi giace sotto alle lapidi. Nulla di orrifico, però; piuttosto un’immagine pacificante della morte, intesa come elemento del ciclo vitale della natura.

Ad allarmare, piuttosto (come nel recentissimo «Memento mori», 2022), sono le torri di una centrale nucleare che si alzano sullo sfondo del cimitero e quelli che sembrano uccelli neri ma che sono, invece, bombardieri stealth. Non mancano gli incendi, esperienza ormai ricorrente in California, dove lei vive, dei quali però, con disarmante semplicità, dice che «sono belli: so che non dovrei dirlo, precisa, ma è così». E nei suoi dipinti, in effetti, lo sono.

C’è poi il deserto, sotto un cielo terso, e ci sono i pesci: guizzanti in uno specchio di acque limpide, morti a migliaia in un torbido lago interno californiano, a causa della siccità della scorsa estate. Filosofia, religione, impegno per la natura, pericolo nucleare: insomma, tutto sono questi dipinti fuorché «naïf». Né nella forma né nei messaggi che portano in sé.

«Father and Son» (2022), di Jessie Homer-French

Ada Masoero, 03 febbraio 2023 | © Riproduzione riservata

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La meticolosa e meditativa Jessie Homer-French | Ada Masoero

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