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Galleria dei Candelabri, Musei Vaticani. Foto © Musei Vaticani, Governatorato SCV

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Galleria dei Candelabri, Musei Vaticani. Foto © Musei Vaticani, Governatorato SCV

La loggia che divenne una galleria

La Galleria dei Candelabri in Vaticano: restaurato il corridoio che collega i Palazzi Pontifici e la Cappella Sistina con il Museo Pio-Clementino

Arianna Antoniutti

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Città del Vaticano. Si presenta oggi, alle ore 17.30, presso la Sala Conferenze dei Musei Vaticani, il restauro della Galleria dei Candelabri, il corridoio di settanta metri che collega i Palazzi Pontifici e la Cappella Sistina con il Museo Pio-Clementino.
A illustrare il risultato della complessa operazione, che ha richiesto oltre due anni di lavoro, saranno Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Micol Forti, curatrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, Francesca Persegati, responsabile del cantiere di restauro, e P. Mark Haydu, responsabile Patrons of the Arts in the Vatican Museums.

L’ambiente, che prende il nome dai monumentali candelabri in marmo bianco in esso collocati nel XVIII secolo, ha conosciuto una vicenda costruttiva singolare: concepita difatti intorno al 1550 come loggia aperta, solo nel 1785, per volontà di Pio VI, venne trasformata dagli architetti Michelangelo Simonetti e Giuseppe Camporesi in galleria chiusa, preservando in questo modo le opere d’arte antica in essa ospitate. Fu in seguito Leone XIII, a partire dal 1883, a modificarne radicalmente l’aspetto decorativo, fino ad allora assai semplice, contraddistinto dal pavimento in mattoni e dalla volta modestamente affrescata. Alla realizzazione del pavimento in marmo bardiglio con al centro lo stemma del Pontefice Pecci, seguì la decorazione delle sei campate del soffitto, affidata a tre pittori già attivi all’interno dei Palazzi Vaticani: Annibale Angelini, Domenico Torti e Ludovico Seitz. Se ad Angelini spetta il progetto iniziale, con elementi a grottesche, maschere e festoni, Torti decorò la seconda e terza campata, mentre Seitz, direttore del cantiere dal 1884, dipinse la quarta, la più ampia dell’intero ambiente, e le pitture monocrome della quinta e della sesta campata. Il programma iconografico della Galleria, ulteriormente arricchita da pregevoli marmi e stucchi, è volto alla celebrazione della Chiesa romana quale guida non solo religiosa e spirituale ma anche come faro della scienza e dell’arte.

Le testimonianze relative alla campagna di restauro, che ha dovuto tener conto non solo del deterioramento delle pitture ma anche della varietà di stili e tecniche che sulla superficie pittorica si sono avvicendate, saranno raccolte in un volume unitamente ai bozzetti e disegni preparatori reperiti nella fase di ricerca che ha preceduto e accompagnato il restauro.

Galleria dei Candelabri, Musei Vaticani. Foto © Musei Vaticani, Governatorato SCV

Arianna Antoniutti, 10 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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