
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Il Centre Pompidou presenta un’antologica allestendo le 18 opere, realizzate tra il 1969 e il 2021, che l’artista torinese (1936) ha donato al museo parigino
- Luana De Micco
- 01 aprile 2022
- 00’minuti di lettura


Giorgio Griffa al lavoro. Foto Giulio Caresio, Cortesia Archivio Giorgio Griffa © Adagp, Paris, 2022
La gioiosa Recherche di Giorgio Griffa
Il Centre Pompidou presenta un’antologica allestendo le 18 opere, realizzate tra il 1969 e il 2021, che l’artista torinese (1936) ha donato al museo parigino
- Luana De Micco
- 01 aprile 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Centre Pompidou dedica un’antologica a Giorgio Griffa allestendo le 18 opere, realizzate tra il 1969 e il 2021, che l’artista torinese (1936) ha donato al museo parigino. Una mostra, dal 2 marzo al 27 giugno curata da Christine Macel, che vuole essere anche una riscoperta del lavoro di Griffa, ancora poco noto al grande pubblico francese.
Avvocato di formazione, avvicinatosi in un primo tempo all’Arta povera, Griffa è associato al movimento della Pittura analitica, sviluppatosi verso la fine degli anni ’70 in reazione ai dettami dell’Arte concettuale. I suoi lavori sono stati esposti accanto a quelli degli esponenti dei gruppi Bmpt, come Daniel Buren e Olivier Mosset, e Support/Surfaces. Nei fatti l’opera di Griffa resta originale e di difficile classificazione. Le sue composizioni sono al tempo stesso austere e poetiche, mescolando liberamente linee, numeri, lettere, segni, avvicinandosi col tempo a Matisse e a Klee per il ritmo della linea e nella scelta dei colori pastello.
Nella donazione rientrano le serie «Segni primari» (1969-70), sulle prime ricerche astratte su tele grezze, lavorate sul pavimento, le tre tele «Campi rosa», «Campo rosa», «Campi viola» (1986-88), incentrate sulla ricerca sul colore, e «Tre linee con arabesco» (1991), in cui per la prima volta compare l’uso dei numeri. La mostra presenta anche un omaggio a Marcel Proust e alla sua monumentale «Recherche», con 24 tele inedite (nella foto a sinistra Griffa al lavoro; a destra una delle tele finite) trasparenti sospese al muro, realizzate apposta per il Pompidou, che, fa notare il museo, «rivelano uno stile sempre più libero e gioioso».

Giorgio Griffa al lavoro. Foto Giulio Caresio, Cortesia Archivio Giorgio Griffa © Adagp, Paris, 2022