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Duemila anni di vita della città attraverso i tesori del suo sottosuolo in mostra al Römisch-Germanisches Museum
- Francesca Petretto
- 11 giugno 2018
- 00’minuti di lettura


Mosaico di Dioniso in una delle sale del Römisch-Germanisches Museum. Sullo sfondo alcuni reperti della collezione permanente. Foto: Axel Thünker DGPh
La fortuna di Colonia
Duemila anni di vita della città attraverso i tesori del suo sottosuolo in mostra al Römisch-Germanisches Museum
- Francesca Petretto
- 11 giugno 2018
- 00’minuti di lettura
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliPiù che un semplice museo, il Römisch-Germanisches, nel cuore della metropoli tedesca, a due passi dal maestoso Dom, è anche centro di ricerca, archivio archeologico nonché collezione aperta al pubblico: una sorta di nostrana, polifunzionale Soprintendenza dei beni archeologici, in rappresentanza di tutto il Land Nord-Reno-Vestfalia.
Dal 13 giugno fino all’11 novembre ospita la mostra «Tesori dal sottosuolo: archeologia a Colonia», tributo alla sua culla d’antica fondazione, capace per oltre duemila anni di rimanere uno dei più importanti centri politico-culturali del mondo occidentale.
La costante attività di scavo patrocinata dal Museo ha portato alla luce tesori di epoche diverse in cui si specchia la fortuna di una Colonia in continua metamorfosi: dal più antico insediamento di Lindenthal (oggi «Lindenthal-Köln»), passando per le vite del Celti e dei Germani di qua e di là dal Reno, poi per la mitica, sontuosa Colonia Agrippina cui deve il nome, ancora, con la capitale dell’Impero delle Gallie del ribelle Postumo, in seguito fortificata da Costantino (310 d.C.) col castellum Divitiae (da Deutz, sobborgo cittadino), per finire con la medievale capitale ante litteram della finanza, difesa dalle torri dell’alta cattedrale francigena.
Molti pezzi sono esposti per la prima volta, freschi di restauro, danneggiati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, o di recentissimo ritrovamento nelle numerose campagne di scavo cittadine.

Mosaico di Dioniso in una delle sale del Römisch-Germanisches Museum. Sullo sfondo alcuni reperti della collezione permanente. Foto: Axel Thünker DGPh