La collezione segreta di Paolo Zani

Si apre la Casa Museo del fondatore della Liquigas. Nella sua residenza una raccolta in cui domina il Settecento, da Canaletto a Guardi, da Tiepolo a Boucher

In alto, «Il molo dal bacino di San Marco» (1733-34) di Canaletto, una console della scuola di André Charles Boulle (fine XVIII secolo) e una coppia di mori veneziani del primo quarto del XVIII secolo. In basso, tavolo con piano ottagonale in commesso di pietre dure (fine XVII-inizio XVIII secolo) su base in legno e bronzo dorato con 4 ippogrifi di George Bullock (1810-15 ca)
Ada Masoero |

Brescia. Per oltre trent’anni Paolo Zani, patron e fondatore di Liquigas, scomparso nel 2018 a 72 anni, ha collezionato arte. Lo ha fatto con grande discrezione (mentre era ben noto come sponsor e presidente di squadre ciclistiche), tanto che quando Alvar González-Palacios, uno dei più autorevoli studiosi internazionali di arti decorative (e non solo), nel maggio 2018, è entrato nella sua villa di Brescia, chiamato da lui perché conoscesse la sua raccolta, nulla sapeva dei suoi tesori.

Eppure, entrando nella dimora di Cellatica, fuori Brescia, s’imbatté in più d’un pezzo da lui studiato in precedenza, che il collezionista aveva acquistato sul mercato, senza affidarsi a consulenti ma fidandosi solo del proprio gusto. Quella villa, scomparso lui (poco dopo la figlia Carolina, ventisettenne), è diventata la Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani (presieduta da Claudia Zola), che si apre
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