«La Cattedrale di Salisbury vista dai prati» (1831) di John Constable. Cortesia Tate Britain, Londra

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«La Cattedrale di Salisbury vista dai prati» (1831) di John Constable. Cortesia Tate Britain, Londra

La campagna inglese di Constable nella reggia della caccia

A Venaria anche Tony Cragg, Marinella Senatore, Mario Cresci, Riccardo Cordero e altro ancora

Voluta a metà del XVII secolo dal duca Carlo Emanuele II di Savoia come luogo destinato al piacere e alla caccia, immerso in un rigoglioso scenario boschivo ai piedi delle innevate vette alpine, la Reggia di Venaria è la cornice ideale per la prima grande mostra italiana del celebre pittore inglese John Constable (1776-1837). Fino al 5 febbraio oltre cinquanta opere della Tate Britain di Londra sono esposte in un percorso a cura di Anne Lyles, schizzi e dipinti realizzati en plein air a documentare la parabola romantica del celebre paesaggista inglese.

A differenza dello stimato collega Turner, instancabile viaggiatore che ha dato voce a una natura sublime a tratti spaventosa, Constable senza mai allontanarsi dall’amata Inghilterra raffigura una natura pittoresca, rassicurante e armoniosa che accoglie, senza mai incutere timore, l’essere umano. Tra i lavori esposti le vedute di Stratford Mill raffiguranti luoghi della sua infanzia trascorsa nei dintorni del suo villaggio natio: Dedham Vale, nella contea del Suffolk.

Assimilando la lezione dei pittori fiamminghi e olandesi, Constable è un vero maestro nella modulazione della luce, attraverso cui cerca di afferrare l’atmosferica mutevolezza, il formarsi della rugiada, il vento, il caldo e il freddo, raggiungendo con la pittura a olio effetti simili all’acquerello. A dare prova della sua grande maestria, rapidità e libertà di esecuzione vi sono anche gli schizzi preparatori, esposti insieme a un appendice di dipinti di artisti coevi tra cui lo stesso Turner, John Linnell e Benjamin West.

Sullo sfondo della Reggia barocca e dei suoi storici giardini si stagliano fino all’8 gennaio dieci sculture di un altro artista inglese (di stanza in Germania) Tony Cragg (1949). Su invito di Guido Curto, direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, l’artista ha selezionato opere del 1997-2021 da collocare nel percorso permanente, dalla Corte d’Onore all’atrio delle Scuderie. Imponenti sculture in bronzo, legno, vetroresina e acciaio, dalle linee morbide e sinuose e dalle forme organiche, modellate da energie telluriche e invisibili.

Un mondo primordiale e materico distante da quello virtuale e matematico di «Play. Videogame arte e oltre», la che esplora la relazione tra arte e videogioco, visibile fino al 15 gennaio. Il percorso spazia dalle prime analogie fra Pixel art e Pointillisme a noti giochi ispirati ai capolavori dell’arte antica, moderna e contemporanea, con tanto di ricostruzione di una sala giochi anni ’80. Si possono così ammirare le piazze metafisiche di de Chirico accanto alle scenografie a esse ispirate di Ico, adventure game con un bambino confinato in un castello, sviluppato da Team Ico per Play Station.

O le astrazioni geometriche di Kandinskij, che riecheggiano nella trama visiva di Rez (per Sega). Un’influenza che ha funzionato anche in senso inverso, come dimostrano opere di Bill Viola, Cao Fei e Jago che hanno attinto al linguaggio del videogioco, dal video «Free to Play» di Tabor Robak, in stile Candy Crash, alle sculture dei due piccoli avatar guerrieri «Action Half-Life» di AES+F.

Tra gli appuntamenti della Reggia anche l’acquisizione di una nuova opera: «Assembly» di Marinella Senatore, presentata il 4 novembre. Confluita nel museo grazie al bando ministeriale PAC-Piano per l’Arte Contemporanea, l’opera è al centro della personale «Let it Shine» dedicata all’artista salernitana classe 1977. L’opere realizzata nel 2021 fa parte della serie ispirata alle luminarie delle feste patronali ed è stata scelta per innescare una riflessione sul potere simbolico della luce, sulla relazione tra dimensione individuale e collettiva e per creare un contatto tra il linguaggio concettuale delle installazioni al neon e le forme barocche della reggia e dei paramenti processionali.

Da segnalare infine «Dalle piazze alla corti» fino all’8 gennaio, rare testimonianze iconografiche del ’700 e ’800, provenienti da alcune Residenze Reali Sabaude, una mostra dedicata al grande sperimentatore, artista e fotografo Mario Cresci, dal 18 novembre, e un’altra a Riccardo Cordero, scultore e docente all’Accademia Albertina, dal 10 novembre.
 

«La Cattedrale di Salisbury vista dai prati» (1831) di John Constable. Cortesia Tate Britain, Londra

Jenny Dogliani, 25 ottobre 2022 | © Riproduzione riservata

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