La Clavi-Viola, il Leone Meccanico, il Sottomarino, la Balestra Veloce, il Grande Nibbio la Macchina del tempo, la Libellula meccanica, la Macchina volante di Milano. Sono alcuni degli ingegnosi marchingegni reperibili nei manoscritti di Leonardo da Vinci (1452-1519), la personalità più poliedrica del passato: scienziato, architetto, pittore, scultore, scenografo, matematico, anatomista, musicista e progettista.
Ricostruite per l’allestimento «Leonardo3. Il Mondo di Leonardo», promosso dal Centro Studi Leonardo3, queste macchine sono visibili e fruibili nel Leonardo3 Museum. D’altronde il genio dell’arte rinascimentale in una lettera a Ludovico il Moro decantava proprio la sua abilità nell’inventare congegni bellici e opere architettoniche, oltre che nell’arte plastica e pittorica. Nel capoluogo meneghino la sua florida attività artistica fu affiancata da quella di progettista.
Il genio toscano era affascinato da questa operosa città, dalla sua apertura alle novità scientifiche e tecnologiche. Nella centralissima piazza della Scala si ha la possibilità di immergersi in esperienze multimediali ed entrare in contatto con opere e congegni che stupiscono per le formule innovative. I manoscritti giunti sino ad oggi hanno permesso di «leggere le istruzioni», importantissime per trasformare le parole in strumenti veri e propri.
Chi vuole può consultare gli scritti digitalmente e interagire con le invenzioni. Nel 1494 Leonardo ricevette la commissione per il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie: l’«Ultima Cena», affresco evocato in una sala dedicata. Il «restauro» digitale consente di scoprire dettagli perduti nell’originale, mentre la riproduzione del capolavoro a parete crea la piacevole illusione di trovarsi dinnanzi all’originale.
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