Klein Blues

Guglielmo Gigliotti |

Mai un saggio su Yves Klein (1928-62) era andato cosi addentro nei recessi della mente dell’uomo che concepì il cielo come sua prima opera d’arte. Da oggi, la raccolta di saggi dell’americano Thomas McEvilley sarà strumento imprescindibile per chi voglia essere edotto su tutte le implicazioni storico-artistiche, culturali, antropologiche, psicanalitiche e finanche mistiche di colui che si definiva Yves le Monochrome, ovvero di chi non solo riteneva che l’arte suprema fosse la monocromia blu, ma che monocromo fosse lui stesso.
Colore del mare e del cielo (e dunque dell’immenso), colore assoluto e senza dimensione, il blu, steso uniformemente su tele, sculture, e oggetti, rappresentava la realtà di qualcosa che, come amava dire l’artista, «non è mai nato e mai morto», era il colore del vuoto, quando il tutto coincide col niente. 

Il volume evidenzia come questo grande sognatore si ponga, negli anni tra il
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