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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliCon il rapidograph in mano faceva miracoli, si può dire, parafrasando Lucio Battisti, di Francesco Corni, archeologo disegnatore che una mostra celebra presso le Terme di Caracalla, dal 3 maggio al 19 ottobre. «Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni», curata da Mirella Serlorenzi, direttrice del sito archeologico, ed Elisabetta Corni, presenta 60 tavole che illustrano con arte, sagacia, tecnica raffinata ed amore per la materia, edifici, monumenti e aree di Roma antica, talvolta ricontestualizzati in quella moderna.
Precisione e passione sono i due motori dell’artista-archeologo, che ha vissuto il disegno come forma di comprensione e conoscenza, oltre che di divulgazione scientifica. Con Piranesi nel cuore, e sostenuto da una forte esigenza di chiarezza illustrativa, Francesco Corni (1952-2020) ha dato vita grafica palpitante e nitida ai residui monumentali della Roma imperiale: Colosseo, Foro Romano (con Basilica Emilia, Tempio di Vespasiano), Foro Boario (con l’evoluzione dalla repubblicana Ara Maxima di Ercole alla medievale Santa Maria in Cosmedin), il Foro Olitorio (i tre templi incorporati nella chiesa di San Nicola in Carcere), il Portico d’Ottavia, il Campidoglio, la Basilica di San Pietro e relative preesistenze di necropoli antiche e, ancor prima, del Circo di Caligola, il Circo di Domiziano (attuale Piazza Navona), la Basilica di Massenzio, il Pantheon e le Terme di Diocleziano.
Come fatica ultima della sua vita, svolta poco prima di morire, e rimasta incompiuta, ci sono proprio le limpide e prospettiche traduzioni grafiche delle maestose moli laterizie della Terme di Caracalla. Ha detto la figlia, Elisabetta Corni, del padre: «Il suo talento più grande è stata la sua capacità di visione spaziale tridimensionale; la sua missione, quella di spiegare la realtà. Anche oggi, nell’era del digitale, il disegno fatto a mano ha un potere comunicativo molto forte».
Promossa dalla Soprintendenza speciale di Roma e dalla Fondazione Francesco Corni ETS , la mostra, è stata anche l’occasione per presentare, nel giorno dell’inaugurazione, il libro, appena edito da Ink Line Edizioni, Roma, i luoghi del potere. A dar voce alle esplorazioni grafici nell’antico svolte da Corni sono stati, in una conferenza, gli archeologi Andrea Carandini e Paolo Carafa, curatori di quell’Atlante di Roma antica (Electa, 2012), che ha ispirato le tavole realizzate da Francesco Corni tra il 2013 e il 2019 (per la maggior parte ancora inedite), come elaborato e appassionato omaggio alla grande città, che il disegnatore sentiva in punta di matita.
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