«Untitled, Studio X23, Accra» (1975 ca) di James Barnor © James Barnor/Autograph ABP, London

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«Untitled, Studio X23, Accra» (1975 ca) di James Barnor © James Barnor/Autograph ABP, London

James Barnor testimone in Africa per 60 anni

Al MASI|Palazzo Reali la più ampia retrospettiva mai dedicata al decano della fotografia africana

In arrivo dalle Serpentine Galleries di Londra e destinata al Detroit Institute of Arts, sino al 31 luglio è al MASI|Palazzo Reali la più ampia retrospettiva mai dedicata al decano della fotografia africana James Barnor (Accra, Ghana, 1929, vive e lavora a Londra), testimone da oltre 60 anni delle trasformazioni sociali e politiche del Ghana (che nel 1957 conquistò l’indipendenza dalla Gran Bretagna) e, per l’influente rivista sudafricana «Drum», delle vicende della comunità africana a Londra, ma al tempo stesso eccellente ritrattista, reporter, fotografo di moda e «di strada».

Curata da Lizzie Carey-Thomas (Serpentine) e Awa Konaté (Culture Art Society-Cas), «James Barnor: Accra/London. A Retrospective» documenta con immagini spesso inedite tratte dall’archivio dell’artista il suo percorso, con un’attenzione speciale agli anni tra i ’50 e gli ’80 (Barnor giunse a Londra nel 1959, ma già all’inizio del decennio ad Accra aveva fondato il suo Ever Young Studio), ed evidenzia quel suo sguardo diretto e privo di artifici, di grande forza comunicativa.

Rientrato in Ghana nei primi anni ’70, Barnor vi avrebbe aperto il primo laboratorio di fotografia a colori, entrando anche a far parte della scena musicale locale, per tornare poi a Londra nel 1994, dove ha infine trovato la giusta visibilità internazionale. Va invece in scena al MASI|LAC, fino al 3 luglio, «Dal Vero. Fotografia svizzera del XIX secolo», prima grande mostra dedicata agli esordi della fotografia in Svizzera.

«Untitled, Studio X23, Accra» (1975 ca) di James Barnor © James Barnor/Autograph ABP, London

Ada Masoero, 26 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

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