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Itinerante, diagonale e alternativa

Eclettica artista torinese scomparsa ultranovantenne nel settembre 2015, vincitrice del Leone d’Oro alla carriera alla 50ma Biennale di Venezia (2003), Carol Rama ha la sua prima grande retrospettiva internazionale, con circa duecento opere realizzate dal 1936 al 2005. Organizzata da Macba di Barcellona, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Espoo Museum of Modern Art, Irish Museum of Modern Art di Dublino e Gam di Torino, la mostra itinerante è giunta all’ultima tappa nel museo torinese fino al 5 febbraio

Degli anni Trenta e Quaranta figurano gli acquerelli delle serie «Appassionata» e «Dorina», una pittura erotica e violenta che negli anni Cinquanta condusse Carol Rama all’adesione al Movimento dell’Arte concreta. Del decennio successivo la stagione dei bricolage con occhi di vetro, denti e artigli animali mescolati a segni e interventi cromatici rabbiosi e vitali. Negli anni Settanta l’esordio delle gomme di bicicletta, utilizzate alla stregua di pelle e carne per dare voce al corpo e alla sessualità. Dei decenni successivi, infine, i disegni con un’anatomia distorta fatta di parti di corpi flaccidi e in decomposizione. Altro artista legato a Torino fu Giacomo Balla, che vi nacque nel 1871 e vi rimase fino al 1895, un periodo documentato nella Wunderkammer della Gam (dal 5 novembre al 27 febbraio) con rare fotografie di Mario Gabinio, il dipinto di Giacomo Grosso «Ritratto di Olimpia Oytana Barucchi», lo studio di Balla per il Ritratto di Clelia Ghedini Marani e opere di Federico Boccardo, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Pilade Bertieri, Felice Carena e Antonio Maria Mucchi.

All’energia alternativa guarda invece la prima edizione del progetto triennale realizzato dalla Gam con la Fondazione Spinola Banna. Cinque artisti selezionati con bando parteciperanno a un programma di residenza e ricerca che si concluderà con una mostra in entrambe le sede. A presentare l’iniziativa alcuni lavori di Elena Mazzi (tutor del progetto) esposti nell’atrio e nelle scale della Gam dal 6 novembre. Un luogo di creatività condivisa fu anche lo studio di Michelangelo Pistoletto, aperto nel 1967-68 a dieci giovani registi indipendenti che realizzarono un corpus di film. Fino al 22 gennaio nella Videoteca Gam è proiettata «Comunicato speciale» (di Pistoletto e Michele Renato Ferraro), l’unica pellicola di quel gruppo di film rimasta nella collezione dopo la mostra «Conceptual Art, Arte Povera, Land Art» curata da Germano Celant nel 1970.

Fino al 6 novembre prosegue inoltre la mostra sullo studio del biocentrismo e delle nuove forme di Liberty nell’arte del XX e XXI secolo «Organismi. Dall’Art Nouveau di Émile Gallé alla Bioarchitettura», con opere di Patrick Blanc, Santiago Ramón y Cajal, Mario Cucinella e Pierre Huyghe, mentre dal 14 dicembre al 7 maggio sarà la volta di «Dalle macerie al museo. 1942-59: una visione moderna per la Gam», rassegna sulla distruzione e ricostruzione della città e del museo durante la seconda guerra mondiale, attraverso fotografie, documenti d’epoca e alcune delle principali acquisizioni di quel periodo: Chagall, Ruggeri, Accardi, Capogrossi, Burri e Fontana tra gli altri. Nello stesso periodo, infine, anche una piccola rassegna con documenti d’archivio e una scultura di Sofu Teshigahara, in ricordo della mostra internazionale dedicata alle nuove tendenze artistiche fiorite a Tokyo, Parigi e New York, curata per la Gam nel 1962 da Michel Tapié.

Jenny Dogliani, 02 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Itinerante, diagonale e alternativa | Jenny Dogliani

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