Una veduta della mostra di Italo Zuffi al MAMbo

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Una veduta della mostra di Italo Zuffi al MAMbo

Italo Zuffi tra banca e museo

La ricerca del noto artista emiliano è ripercorsa attraverso una cinquantina di lavori, dagli esordi al 2020, divisi in nuclei tematici

Le riflessioni su corpo e scultura di Italo Zuffi (Imola, 1969), artista tra i più noti della sua generazione, proseguono nella personale «Fronte e retro», a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri al MAMbo fino al 15 maggio e, con un’appendice di nuove opere, nella Banca di Bologna-Palazzo De’ Toschi dal 12 al 29 maggio, dove Zuffi si concentra sul rapporto tra spazio e scultura, intesa sia come riproduzione sia come messa in discussione di una forma attraverso intrusioni e frammentazioni.

La ricerca recente di Zuffi indaga inoltre la parola, sia in forma poetica (come in Poesie Doppie, raccolta di brevi testi dell’artista scritti tra il 2013 e 2014 editi da Sete) sia come elemento da cui si genera la scultura. La personale al MAMbo, diretto da Lorenzo Balbi e riconfermato per il secondo mandato, comprende circa 50 lavori dagli esordi al 2020, divisi in nuclei tematici: la distruzione e la caduta, la dispersione di energie, la mollezza contrapposta alla rigidità, la fragilità alla competizione.

Tra i lavori esposti due video di inizio carriera: «The Reminder», immagine di un corpo che si tende e irrigidisce fino al limite delle sue possibilità, e «Perimetro», con un corpo che cerca di stabilire la sua relazione con lo spazio generando un senso di attesa. Tra le sculture «Scomposizioni» e «Osservatori», e una serie di cavalletti per evocare l’idea di work in progress.

Spazio anche alla riflessione sui meccanismi del potere nel sistema dell’arte contemporanea. Il catalogo-monografia a cura di Caterina Molteni (Corraini Edizioni) viene presentato domenica 15 maggio alle 16 ad Arte Fiera. Nella Project Room del museo, invece, fino al 4 ottobre, «No, Neon, No Cry», a cura di Gino Gianuizzi, è un'iniziativa dedicata alla galleria Neon, fondata nel 1981 e illustrata nel documentario «Neon 1981-2011» di Emanuele Angiuli. Intorno alla Neon gravitavano giovani artisti come Eva Marisaldi e Maurizio Cattelan.

Una veduta della mostra di Italo Zuffi al MAMbo

Stefano Luppi, 03 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

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Italo Zuffi tra banca e museo | Stefano Luppi

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