Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliIl sottosuolo di Istanbul continua a regalare inaspettate sorprese. Dopo il porto romano di Teodosio con 37 relitti e gli insediamenti neolitici di Yenikapı e Besiktas, rinvenuti durante i lavori per la costruzione della metropolitana, stavolta è la sponda asiatica della città ad aver attirato le attenzioni degli archeologi.
È bastato smantellare i binari della stazione di Haydarapasa, già icona dell'Orient Express verso Baghdad e destinata ad accogliere l'alta velocità, per riportare alla luce strati ottomani e poi in sequenza bizantini, romani e forse greci. È quella l’antica Calcedonia, la prima colonia megarese sul Bosforo? Gli scavi sono iniziati l’11 maggio nell’area delle piattaforme ferroviarie e si sono ormai estesi con saggi su un’area di 300 ettari in epoca contemporanea mai urbanizzata.
Al momento ci sono solo ipotesi nell’identificazione dei ritrovamenti, tra cui i probabili resti di una residenza estiva degli imperatori di Bisanzio, una coeva fontana incredibilmente ancora funzionante con acqua potabile, tombe di un millennio fa, circa 2mila monete d’oro e d’argento (soprattutto del VI e del VII secolo), il podio di un tempio reputato di età ellenistica.
Sono comparse anche delle possenti strutture murarie in ottimo stato di conservazione e lunghe circa 100 metri, già individuate e descritte a fine ’800 ma poi dimenticate. Gli esperti sono divisi: sono le mura di difesa di Calcedonia (o di un insediamento romano successivo), oppure i frangiflutti del porto? Solo il proseguimento delle ricerche potrà dare risposte definitive.
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