In video veritas

Park, Toderi e Bradley alla Galleria Poggiali

Particolare di «Child Soldier» (2017-18) di Park Chan-kyong
Franco Fanelli |  | Firenze

E sì che gli artisti ci avevano avvertiti: ora sembra che ogni tipo di informazione sia accessibile a tutti, ma siamo sicuri che questo sia garanzia di verità? Da subito, dagli albori di «internet per tutti» alcuni di loro si posero il problema della ridefinizione dei confini tra reale e virtuale, tra verità e finzione.

Tra i primi, il coreano Park Chan-kyong, classe 1965, protagonista della transizione del video d’arte da strumento di documentazione a codice narrativo, sino alla sua osmosi con il cinema: il suo corto «Night-Fishing», girato con due iPhone, nel 2011, vinse l’Orso d’Oro a Berlino, diventando un cult, la risposta «artistica», in cui horror e comicità fanno gioco di sponda, al blockbuster «The Blair Witch Project» del ’99.

Berlino è diventata la città adottiva dello statunitense Slater Bradley (1975), che abbina video e pittura, ready-made e sue creazioni. Ha in comune con
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