Illustrator non porta pene
Nell’arruolamento di artisti non sovraesposti, meglio se quasi sconosciuti e provenienti da angoli del pianeta remoti rispetto al sistema dell’arte (ma pronti a diventare esotiche prede di galleristi e collezionisti), quelli schierati a Documenta sembrano avere un altro passo rispetto ai loro colleghi di scena alla Biennale di Venezia, almeno a giudicare dalla qualità delle opere. Al di là delle apparenze e dei programmi, le due mostre non sono così distanti nei contenuti. In fondo i temi dei transpadiglioni di Christine Macel a Venezia sono abbastanza capienti da poter inglobare varie attitudini, dalla pura visionarietà all’antropologia, dalla sociologia all’etnografia, dal libro alla politica.
Adam Szymczyk, direttore di Documenta, sapendo che la politica è già di suo un crogiolo nel quale rimestare tutto quanto sopra elencato, rispetto alla Macel ha puntato con maggior decisione su questa
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