L'Istituto degli Innocenti con lo sponsor di American Express

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L'Istituto degli Innocenti con lo sponsor di American Express

Il «valore» dei marchi commerciali

Polemiche a Firenze (ma anche in Cina) per la presenza invasiva degli sponsor su monumenti storico artistici: necessari o deturpanti?

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Laura Lombardi

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Ennesima polemica in città su patrimonio culturale e sua fruizione: dopo il progetto di resort in Costa San Giorgio, è ora la volta del festival F-Light 2021 (8 dicembre 2021-9 gennaio 2022, articolato in varie manifestazioni artisti-che cittadine in occasione delle festività), promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e con la direzione artistica di Sergio Risaliti.

L’occasione della polemica è stata l’apparizione, proiettati sui monumenti fiorentini come una sorta di tatuaggio intermittente, dei loghi degli sponsor, tra cui in particolare l’American Express sul brunelleschiano Istituto degli Innocenti e su Ponte Vecchio. Mentre le immagini circolavano sui social, a sollevare in Consiglio comunale un’interrogazione sull’iniziativa, il 10 gennaio scorso, sono stati i rappresentanti di Sinistra Progetto Comune, ai quali è stato risposto dall’assessore alle partecipate Federico Gianassi che non si trattava di pubblicità, ma (sottile distinguo...) di rendere noto il nome dello sponsor.

E mentre anche Tomaso Montanari esprime il suo dissenso alle scelte di Mus.e, è sceso in campo il sindaco Dario Nardella, il quale, pur ribadendo il successo riscosso dalla manifestazione negli anni precedenti, ha ritenuto le immagini di questa edizione «non appropriate a quei luoghi», annunciando il futuro divieto di analoghe proiezioni pensando a «altre forme di riconoscimento per gli sponsor del progetto». Nardella ha tuttavia tenuto a precisare come la sua amministrazione si sia distinta per il divieto di pubblicità sui cantieri dei principali monumenti della città e ha aggiunto che la Soprintendenza aveva dato il nulla osta preventivo alla manifestazione.

Dichiarazione che ha spinto il soprintendente Andrea Pessina a mostrare come nella documentazione fornita non figurasse alcun riferimento al progetto con i loghi, che ritiene assolutamente deturpanti e «in un momento in cui c’è grande sofferenza della gente, del tutto fuori luogo su un edificio che, come l’Ospedale degli Innocenti, caratterizza la sua storia per l’assistenza che ha sempre offerto». Per questo Pessina non esclude la denuncia: «Se ravviso che vi siano degli estremi procederò sicuramente in questo senso per utilizzo non autorizzato del monumento. Spero che i proprietari dei vari monumenti avessero a loro volta dato l’autorizzazione a utilizzare le facciate perché fungessero da schermi».

Anche Eike Schimdt, dopo aver visto campeggiare un grande «Sponsored by American Express» sopra le finestre del Corridoio Vasariano, si è dichiarato «inorridito» aggiungendo di non aver ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione per «efferatezze tra l’altro anche sanzionabili in base al Codice Urbani». E le distanze le prende anche la presidente dell’Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida: «Dispiaciuti della polemica, avevamo aderito alla manifestazione ma non conoscevamo i dettagli della proiezione».

A difesa del progetto si è invece espresso il 13 gennaio Sergio Risaliti, in un articolo sul «Corriere fiorentino» in cui incita «a un confronto civile sul mecenatismo delle aziende senza il quale faremmo poco». Firenze sarebbe da sempre città di mercanti e quindi perché stupirsi dell’esistenza di loghi? Non li mettevano anche i Medici? Si potrebbe replicare che le vele Rucellai o le palle medicee, al di là del loro valore estetico, erano su palazzi o cappelle di proprietà degli stessI. L’episodio fiorentino, anche per la sua tempistica, può collegarsi direttamente alla proiezione luminosa del logo del marchio «Bottega Veneta», accompagnato dall’augurio di Buon anno per il Capodanno lunare cinese, sulla Grande Muraglia, patrimonio dell’Unesco.

L'Istituto degli Innocenti con lo sponsor di American Express

Laura Lombardi, 14 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

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