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Una delle ricostruzioni degli spazi virtuali con restituzione con modelli digitali in 3d

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Una delle ricostruzioni degli spazi virtuali con restituzione con modelli digitali in 3d

Il Tintoretto di Ruskin e le sue architetture

Due volumi dedicati al maestro veneziano finanziati dalla Scuola Grande di San Rocco

Carlotta Venegoni

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Vengono proposti in contemporanea due volumi, in bella veste editoriale, dedicati a Jacopo Robusti detto il Tintoretto e finanziati dalla Scuola Grande di San Rocco di Venezia. Il volume a cura di Emma Sdegno raccoglie integralmente, e per la prima volta, i testi che John Ruskin ha ideato per i viaggiatori inglesi dell’Ottocento in visita alla città lagunare. La pubblicazione esce in occasione dei grandi eventi organizzati per ricordare i centenari della nascita di due «giganti di Venezia»: Tintoretto, «potente interprete e narratore dell’arte dell’uomo» che descrive la bellezza dipingendola, e Ruskin, tenace difensore di questa bellezza antica, capace di «dipingere scrivendo».

Nel 1845, durante il suo soggiorno veneziano, Ruskin scopre la potenza delle opere di Robusti, definendo l’incontro ultraterreno. Il momento è decisivo nella vita del critico inglese. Attraverso Tintoretto, giunge infatti alla convinzione che le opere d’arte possano sia esprimere il gusto dell’artista, sia descrivere la società in cui nascono trasmettendone i valori e le criticità. Il volume raccoglie quanto Ruskin scrive su Tintoretto nell’Indice alfabetico degli edifici veneziani, che conclude il terzo volume delle Pietre di Venezia (1853), e alcuni brani disseminati in altre pubblicazioni del critico. I suoi scritti risultano fondamentale testimonianza sull’opera del pittore, ma si pongono soprattutto alla base dell’attenzione che ha portato le grandi culture dell’Occidente a riconoscersi nella città e dunque a salvaguardarne e conservarne i monumenti.

Marcel Grosso e Gianmario Guidarelli dedicano, invece, il loro volume a Tintoretto e alle sue architetture dipinte. Jacopo Robusti trasgredisce con i trompe l’oeil il tradizionale approccio della prospettiva ortogonale, proposta invece da Veronese e Tiziano. L’architettura nelle sue opere diviene protagonista: è concepita e manipolata, con più punti di fuga, per interagire con le scene rappresentate e con l’osservatore. Il continuo variare di prospettiva obbliga l’occhio a percorrere le scene, entrare negli spazi e interferire con i personaggi.

Gli autori delineano alcuni filoni: il rapporto tra spazio reale e quello dipinto; il ruolo dell’architettura funzionale alla resa drammatica e dinamica delle scene; la relazione tra le opere e lo spettatore. L’ultima parte del volume mostra alcune ricostruzioni degli spazi virtuali e la restituzione con modelli digitali in 3D degli edifici (nella foto), utili allo studio dello spazio della composizione in relazione alla disposizione dei personaggi e all’incidenza della luce.

Tintoretto secondo John Ruskin. Un’antologia veneziana, a cura di Emma Sdegno, 175 pp., ill. col., Marsilio, Venezia 2018, € 20,00 
Tintoretto e l’architettura, di Marcel Grosso e Gianmario Guidarelli, 231 pp., ill. col e b/n, Marsilio, Venezia 2018, € 25,00

Una delle ricostruzioni degli spazi virtuali con restituzione con modelli digitali in 3d

Carlotta Venegoni, 24 maggio 2019 | © Riproduzione riservata

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Il Tintoretto di Ruskin e le sue architetture | Carlotta Venegoni

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