Prima personale italiana per il newyorkese Richard Aldrich (1975) che, fino al 25 giugno, espone ventisei opere presso la Fondazione Giuliani. Il titolo, «Studio su come il tempo esista solo in semitoni», allude al processo della creazione artistica, che nasce per germinazione da altre idee: «Il mio obiettivo, dice Aldrich, è quello di indagare cosa succede nello spazio tra la nascita di un’idea, di un progetto e la sua realizzazione, i semitoni appunto».
La formazione musicale, oltre che letteraria, si avverte nella progettualità dell’artista, che è, oltre che pittore, fotografo, scultore e autore di opere installative. L’esposizione, curata da Adrienne Drake, vede i lavori, realizzati tra il 2000 e il 2022, disposti a terra e sulle pareti della Fondazione.
Infatti, accanto ai quadri, dipinti a olio e cera oppure ad acrilico, sono presenti anche sculture composte con objets trouvés, personale declinazione del ready made. È questo, ad esempio, il caso di «Untitled» (2010), che include tra i propri elementi una fila di luci natalizie. Le suggestioni pop dei dipinti alternano invece la figurazione alla composizione astratta, come nel recente olio e cera su lino senza titolo del 2021-22. In questa narrazione indiretta e frammentata, afferma la curatrice, «gli oggetti possono essere utilizzati per esplorare il concetto di tempo, per la comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda».
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