Il santuario di Maryam Dengelat aperto dopo cinque secoli
Due alpinisti italiani hanno reso raggiungibile il sito, arroccato su una falesia

Una delle più importanti chiese rupestri copte dell’Etiopia, nella regione del Tigray, arroccata su una cengia a 35 metri dal suolo, e resa inaccessibile dal crollo parziale della parete rocciosa, è stata riaperta grazie all’intervento degli alpinisti di Mountain Wilderness, Elisabetta Galli e Giorgio Mallucci, che lo scorso marzo hanno scalato la falesia, non senza difficoltà, per riaprire la porta del santuario dopo cinque secoli di silenzio.
I due istruttori da anni svolgono attività di volontariato in Etiopia per insegnare alle guide locali come condurre in sicurezza i turisti a visitare le chiese rupestri annidate tra le magnifiche guglie del massiccio del Gheralta. È qui che l’italiano Luigi Cantamessa li ha messi in contatto col professor Hagos Gebremariam dell’Università di Adigrat per affrontare una sfida più impegnativa: ripristinare la via di accesso al santuario di Maryam
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