Il Picasso del Seicento

Al Kunsthistorisches Museum una grande mostra di Rubens

Donald Lee |  | Vienna

Nel suo libro, Il genio del cristianesimo (1802), Chateaubriand scriveva che l’autentico scrittore non è chi imita qualcun altro ma colui che nessuno riesce a imitare. L’opera di Peter Paul Rubens (1577-1640) è l’apice di questa mentalità. Studioso, cortigiano, diplomatico, poliglotta, scrittore, cattolico teologicamente informato, uomo d’affari astuto e di successo, oltre a disegnatore, pittore, architetto: non ci fu, come ha sottolineato in queste pagine Theodore K. Rabb, «nessun altro artista come Rubens... non esisteva soggetto che non fosse in grado di padroneggiare».

La mostra «Rubens: il potere della trasformazione», che il Kunsthistoriches Museum presenta dal 17 ottobre al 21 gennaio, conduce i visitatori nel vortice della sua creatività attraverso 127 dipinti, accanto a bozzetti a olio, disegni, stampe e sculture in bronzo e marmo, con 70 opere in prestito da musei come il Prado di
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