Il «Genio perduto» di Castiglione
A Zurigo la prima mostra monografica del Grechetto in un Paese di lingua tedesca

La Kunsthaus riscopre con «Il fuoco barocco. Disegni e stampe di Giovanni Benedetto Castiglione» (10 dicembre-6 marzo) l’innovativo artista genovese detto il Grechetto, cui dedica la prima mostra monografica in un Paese di lingua tedesca.
«Con una padronanza quasi istintiva del disegno, Castiglione incarna tutto ciò che rende il Barocco così perennemente affascinante, affermano i curatori Jonas Beyer e Timothy J. Standring, la celebrazione di una sfolgorante ispirazione artistica, la magnificenza opulenta e il tentativo di rapire i sensi dello spettatore. Eppure Castiglione è stato messo in ombra da artisti italiani più famosi, tanto che l’ultima mostra completa incentrata sulla sua opera grafica lo ha definito un “genio perduto” (alla Queen’s Gallery di Londra, nel 2013; Ndr)».
Ottanta le opere esposte provenienti da collezioni internazionali. Spiccano i 15 splendidi fogli della Royal Collection del Castello di Windsor appartenenti alla regina Elisabetta II, che possiede il nucleo più cospicuo di opere dell’artista. Fortemente influenzato da Rembrandt, Castiglione fu molto ammirato da artisti come Tiepolo e Fragonard grazie da un lato alla capacità di tessere un personale percorso artistico erede di Tiziano, Bernini e Poussin, dall’altro di raggiungere uno sbalorditivo virtuosismo anche grazie a tecniche di sua invenzione.
Esemplari in questo senso «dipinti disegnati» come «L’amore sacro e l’amore profano» di Windsor (ottenuto dipingendo su carta con pigmenti mescolati all’olio di lino) e monotipi come «L’annuncio ai pastori» dell’Albertina di Vienna, realizzati dipingendo su una lastra e poi stampando esemplari unici.