Il Garda modello incantevole
Storia artistica dell’iconografia del lago tra Ottocento e Novecento

Ha ispirato pittori di tutta Europa tra Otto e Novecento, incantando gli occhi di Camille Corot, di John Singer Sargent, di Gustav Klimt. È il lago di Garda sulla cui immagine dipinta ha compiuto un’estesa indagine Maria Lanari, storica dell’arte veronese di adozione, nata a Roma, città dove è avvenuta anche, in parte, la sua formazione, completata poi tra Verona e Padova.
Dopo L’Adige dipinto, pubblicato nel 2016, la studiosa prosegue il suo «viaggio ideale tra acqua e pittura», come scrive Francesco Monicelli nell’introduzione, e pubblica una storia artistica dell’iconografia del lago tra Ottocento e Novecento, raccogliendo opere provenienti da collezioni private, raccolte pubbliche e musei di tutto il mondo. «Meta ambita per la buona società europea, soprattutto nella Bella Epoque», tappa del grand tour di tanti artisti, soprattutto provenienti dall’area di lingua tedesca, a dipingere le sue rive sono stati tantissimi artisti autoctoni, dalle regioni trentine come Luigi Bonazza, dalle sponde veronesi, come Guido Farina o da quelle bresciane come Augusto Lozzia.
Un libro da sfogliare mentre il lago si trasforma attraverso le visioni dei pittori, da quella di Gustav Klimt (nella foto), a quella aerea del piemontese Felice Casorati, veronese per qualche anno, a quella trasparente del trentino Umberto Moggioli, fino agli exploit aerofuturisti del veronese Renato Righetti detto «Di Bosso» e alle immagini attuali di Massimo Vitali, in una surreale sospensione tra pittura e fotografia.
Il Garda dipinto. Iconografia del lago tra Ottocento e Novecento di Maria Lanari, 180 pp., 292 ill. col, Grafiche Aurora, Verona 2020, € 20