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Il fango e la Luna

Mariella Rossi

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Le serate del 13 e 14 agosto Giampilieri sarà animato da una serie di eventi dedicati alla poesia e alla narrazione. L’appuntamento si svolgerà al cospetto di «La Grande Scala» di Michele Cannaò, una delle opere permanenti del Museo del Fango, il museo diffuso ideato dallo stesso artista dopo la valanga di fango che nel 2009 travolse diversi territori a ridosso di Messina, in particolare i paesi di Giampilieri, Scaletta Zanclea, Itala, Molino e Altolia.

Alla monumentale installazione di Cannaò, visibile da lontano con i suoi tredici metri d’altezza, s’ispira il programma letterario «Dal sottoscala alla Luna», mosso dalla medesima idea di tensione verso la luce cui è legata l’origine del Museo del Fango. Piuttosto che regalare un’opera ai paesi della zona colpita, di cui anch’egli è originario, Cannaò decise di «dare avvio attraverso l’arte a un’azione per rigenerare un territorio distrutto, coinvolgendo le forze migliori del luogo, innescando sinergie con i soggetti privati, attirando il turismo e creando economia, senza supporti pubblici».

A oggi il Museo del Fango conta tre opere permanenti inserite nel paesaggio e altre in fase di realizzazione, in particolare nella zona del Puntale, la più colpita. A ciò si affianca un’attività espositiva itinerante che mira a innescare opportunità di confronto tra la Sicilia e altre regioni. Una selezione delle 160 opere che compongono la collezione del Museo del Fango, raccolte attraverso numerose produzioni e interazioni, è esposta permanente nell’Oltrepò Pavese nel Castello di Montesegale della famiglia Jannuzzelli. Qui, dall’11 giugno al 10 luglio, è allestita la mostra «La luna, la mente, le mani», che 3 al 30 settembre farà tappa in Sicilia nel Forte Petrazza a Camaro (Me), sede operativa del Museo. Il percorso presenta una sessantina di opere realizzate da due coppie composte da un artista e un designer: Paola Grott e Luisa Pelosio, Togo ed Eliana Del Sorbo.

Mariella Rossi, 22 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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