Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliDopo il successo riscosso al V&A di Londra David Bowie arriva in Italia
Una mostra per chi David Bowie l’ha amato, ma anche per chi non era affascinato dal carisma e dall’inventiva dell’eclettico musicista e artista, il cui vero nome era David Robert Jones, scomparso lo scorso gennaio a 69 anni. La storia della musica e del costume sono protagonisti della rassegna «David Bowie Is» che, dopo le tappe al Victoria and Albert Museum di Londra (cfr. «Vernissage» n. 146, mar. ’13, pp. 20-21) e a Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino, Melbourne e Groninga, giunge in Italia, al MAMbo di Bologna, dal 14 luglio al 13 novembre. I curatori Victoria Broackes e Geoffrey Marsh hanno selezionato per l’unica tappa italiana oltre 300 oggetti, tra documenti, testi di canzoni, strumenti musicali, fotografie di Brian Duffy, le note cover degli album realizzate da Guy Peellaert ed Edward Bell, estratti di video e performance live come «The Man Who Fell to Earth», video musicali come «Boys Keep Swinging» e alcuni arredi creati per il «Diamond Dogs tour» del 1974.
Ma soprattutto a destare attenzione sono i costumi di scena esposti: l’outfit di «Ziggy Stardust» (1972), celeberrimo costume disegnato da Freddie Burretti, lo stilista scomparso nel 2001 che trasformò il guardaroba di Bowie dalla fine degli anni Sessanta. Ma ci sarà anche lo «Striped bodysuit for the Aladdin Sane tour» del 1973, disegnato da Kansai Yamamoto. La rassegna è suddivisa in tre sezioni: la prima illustra gli inizi della carriera del musicista nella Londra del 1960 fino al singolo «Space Oddity» nel 1966; la seconda analizza il processo creativo di David Bowie e le sue fonti d’ispirazione, mentre la terza immerge il visitatore nello spettacolo dei grandi concerti live.
Altri articoli dell'autore
Nella città della Ghirlandina, promossa anche da un flusso turistico in aumento, fervono i cantieri per trasformare edifici storici in sedi culturali: in testa la sconfinata Fondazione Ago, ex ospedale del ’700 i cui lavori dovrebbero concludersi nel 2029. Quel che sembra mancare, però, è una «classe dirigente culturale», in grado di fornire coerenza e consistenza scientifica alle proposte, in rapporto anche all’importante tradizione modenese
Dopo aver guidato l’istituzione per oltre vent'anni e aver coordinato il sito Unesco «Cattedrale, Ghirlandina e Piazza Grande» verrà sostituita da un dirigente regionale
Il fotografo milanese si racconta in occasione di una mostra in corso a Modena: «Ho un po’ di ossessioni, temi che mi trascino dai tempi della scuola: Prima e Seconda guerra mondiale, scritte, macchie sui muri, case con forme particolari, costumi e persone, come suore, preti, carabinieri, clown, giocolieri. M’interessa anche chi inciampa, ex voto, diari e pure chi si macchia con il sugo»
A Ravenna la manifestazione si articola in varie sedi: il MAR, la Biblioteca Classense, l’Accademia Statale di Belle Arti, gli Antichi Chiostri Francescani ecc.



