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Il curatore cura le piante

Antropocene e sperimentazione da laboratorio: questi i temi delle due mostre alla Fondazione Prada di Milano. La, «Extinct in the Wild» (fino al 9 aprile), è un ambizioso progetto del curatore americano Michael Wang

Federico Florian

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In mostra non vi sono opere d’arte: piuttosto, in tre strutture in vetro e alluminio illuminate da luci artificiali, sono esposte specie vegetali e animali «estinte in natura», come dichiara il titolo della rassegna (insieme a 20 fotografie scattate alle specie naturali nei propri habitat originali, prima dell’estinzione). Si tratta di organismi viventi in grado di sopravvivere soltanto in cattività, grazie a un deliberato intervento dell’uomo. 

Tra questi l’axolotl (Ambystoma mexicanum), una salamandra acquatica scoperta nei canali realizzati dagli antichi Aztechi a Città del Messico, o la palma delle Hawaii (Brighamia insignis), salvata dall’estinzione da un gruppo di botanici che ha impollinato le ultime piante esistenti sull’isola di Kauai. Animali e piante saranno affidati alle cure del personale della Fondazione, coadiuvati da giardinieri e biologi. È una riflessione sulla curatela come attività di custodia e, appunto, cura.

La Cisterna, invece, ospita fino al 14 maggio un intervento dell’artista svizzera Pamela Rosenkranz (1979). L’opera, dal titolo «Infection», consiste in una montagna di sabbia, intrisa di una fragranza ottenuta da feromoni di gatto ricreati in laboratorio. La sostanza ha un effetto neurologico sui visitatori, influenzandone alivello subconscio il movimento. Dall’alto una luce verde RGB illumina la massa alterata chimicamente, facendone evaporare il «contagioso» profumo.

Federico Florian, 08 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

Il curatore cura le piante | Federico Florian

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