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Nel Colosseo è terminata la prima fase dei restauri

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Nel Colosseo è terminata la prima fase dei restauri

Il Colosseo finalmente senza tubi

Presentata questa mattina la conclusione della prima fase dei restauri

Federico Castelli Gattinara

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Roma. Terminata la «fase uno» dei restauri al Colosseo lo scorso marzo e smontati ormai tutti i ponteggi, stamattina, nella parte dell’arena già ricostruita, è stata presentato alla stampa quanto fatto, con un allestimento per la comunicazione che prevedeva due schermi ai lati del palco con le immagini dell’Italia più bella e operosa, un mattatore di qualità come il giornalista Enrico Mentana a presentare, operai e operatori del restauro a fare da coro muto sul palco. Le istituzioni c’erano tutte, come da copione, tranne la neosindaca Virginia Raggi, forse perché il monumento più noto e visitato d’Italia non è comunale ma statale.

Oggi si festeggia il ritrovato candore caldo originale della «pelle» del travertino e le cancellate che hanno finalmente sostituito i tubi innocenti che da infiniti anni chiudevano i fornici del primo ordine della più importante arena del mondo antico. A parlare si sono succeduti il premier Matteo Renzi, il ministro per i beni culturali Dario Franceschini e il mecenate Diego Della Valle, che ha finanziato il restauro con 25 milioni di euro: i lavori partirono, dopo mille vicissitudini, a ottobre del 2013, due anni dopo la firma della convenzione. L’incontro è stato piuttosto breve, anche perché sotto un sole impietoso, e i relatori hanno solo accennato alla «fase due», che dovrebbe riguardare gli ambulacri di I e II livello e i sotterranei, con l’avvio dei lavori entro fine anno, in parallelo al progetto di copertura dell’arena, già finanziato dal Mibact con 18 milioni, che andrà in concorso nel 2017.

In ballo c’è pure la realizzazione del nuovo Centro servizi, il cui progetto è concluso, mentre la Soprintendenza autonoma, con i fondi propri e, se mai arriveranno, con quelli compensativi della metro C, procede anche sul fronte della sicurezza e su quello dei restauri della parte interna dell’attico. Tutti hanno ricordato l’amore e l’orgoglio per il proprio Paese, la bontà di certe forme di collaborazione tra pubblico e privato, Della Valle ha rincarato con gli ormai quasi rituali «ognuno faccia la sua parte», «il far rete legandola al mondo del turismo e del buon vivere», fino a lasciarsi andare a una frase inquietante, anche se di certo intesa in senso buono, come il «considerare questo un ministero più economico che culturale».

Tre i punti ribaditi da Renzi, che ha molto ringraziato tutti, in particolare i lavoratori: smetterla con le polemiche sul nostro patrimonio, perché è il nostro primo elemento di orgoglio, dai Bronzi di Riace fin su a Brera, «e i soldi pubblici e privati ci sono per rimetterlo in moto»; il fatto che «bisogna crederci»; il considerare il patrimonio, dal famoso Colosseo ai borghi più piccoli del Paese, l’identità stessa dell’Italia e il nostro migliore contributo all’Europa.

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Federico Castelli Gattinara, 01 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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