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Il cavaliere della Madonna

Un’eburnea Maria in trono e un nobiluomo inginocchiato che ne chiede l’intercessione: è Étienne Chevalier, tesoriere di Carlo VII di Valois, che commissiona il Dittico di Melun al pittore francese più famoso del suo tempo, Jean Fouquet (1417-80). La pala d’altare di Notre-Dame di Melun (1455 ca) rimane a lungo a vegliare la tomba della moglie di Fouquet, per essere poi divisa in due pannelli, fra Berlino e Anversa.

Falliti numerosi tentativi di ricomposizione, la Gemäldegalerie è riuscita nell’impresa e dal 15 settembre al 7 gennaio ospita il capolavoro dell’artista di Tours circondato da altre opere sue e di maestri fiamminghi e toscani. Emerge lo spirito sincretista di Fouquet, pervaso da afflati nordici e di scuola italiana. Un esempio è il dualismo che domina il dittico, di maniera nei soggetti laici, quasi eretico in quelli religiosi: ecco il pio cavaliere e la Madonna con le sembianze di Agnès Sorel, amante del sovrano; discinta, non volge lo sguardo alle due figure oranti, catturata in una maestà erotica assai profana.

Francesca Petretto, 08 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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Il cavaliere della Madonna | Francesca Petretto

Il cavaliere della Madonna | Francesca Petretto