Il Capc rilegge le proprie collezioni

L’allestimento si intitola «Amour Sistémique» e propone una riflessione critica intorno al motivo della «griglia» che, solo in apparenza neutra, si carica di significati simbolici e di soggettività

«Rise and Monty kissing on the chair, NYC» (1988), di Nan Goldin. Foto Frédéric Delpech
Luana De Micco |  | Parigi

Bordeaux. L’enigmatico titolo della nuova mostra del Capc lascia trapelare poco dei suoi contenuti: «Amour Systémique». Dal 7 aprile al 5 gennaio 2024, il museo d’arte contemporanea di Bordeaux, rileggendo le sue collezioni, propone di fatto una riflessione critica intorno al motivo della «griglia».

Una forma solo in apparenza neutra, fa notare il museo, che si carica di significati simbolici e di soggettività, rinviando all’idea di ordine, di chiusura, di prigionia, ed evocando di riflesso anche l’aspirazione opposta di apertura e affrancamento.

Il museo ricorda quello che scriveva nel 1979 Rosalind Krauss, critica d’arte statunitense, nel saggio Grids, in cui la griglia esprime il «rifiuto del soggetto»: «Apparsa nella pittura cubista prima della guerra e diventata poi più rigorosa e più visibile, la griglia annuncia, tra le altre cose, la volontà di silenzio dell’arte moderna, la sua ostilità verso la letteratura, il racconto e il discorso».

Rinvia anche alla teoria elaborata nel 1998 da James C. Scott, politologo docente a Yale, per il quale la griglia è uno strumento di potere e controllo da parte degli Stati, uno «strumento primordiale, scrisse, per misurare, controllare e normalizzare le popolazioni».

Il Capc espone le opere di numerosi artisti del ’900, che rinviano direttamente alla forma della griglia, come Gilbert & George, Mona Hatoum, Danh Vo, Ed Ruscha o ancora il collettivo Présence Panchounette. In parallelo presenta i lavori «seriali» di Daniel Buren, On Kawara, Irma Blank, che interrogano la nozione di tempo.

Sono selezionati scatti di Wolfgang Tillmans, Dan Graham e Nan Goldin che, pur non mostrando il motivo della griglia, incarnano una forma di ribellione contro il sistema. È allestita anche un’installazione su misura per il Capc di Sung Tieu, artista vietnamita che riflette sul rapporto tra estetica minimalista e sistema oppressivo.

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