Il Barocco della Superba che non conoscevate ancora

In contemporanea con le Scuderie del Quirinale a Roma, a Palazzo Ducale una quarantina di maestri genovesi che hanno maggiormente connotato gli sviluppi del periodo barocco

«Giuseppe venduto dai fratelli» di Gioacchino Assereto, Parigi, Galerie Canesso
Emmanuele Bo |  | Genova

C’è una rigorosa selezione di artisti e di opere dietro alla mostra «La Forma della Meraviglia. Capolavori a Genova 1600-1750», in programma a Palazzo Ducale dal 27 marzo al 10 luglio. La stagione in esame evoca celebri personalità straniere (Rubens, Van Dyck, Puget) e brillanti talenti locali (Bernardo Strozzi, Valerio Castello, Gregorio De Ferrari), ma il grande pubblico e perfino la storiografia non hanno sempre un quadro d’insieme chiaro di quest’epoca.

«Il principale obiettivo della mostra è la piena valorizzazione del Barocco genovese, di cui nel mondo si conoscono solo alcune eccellenze, perlopiù limitate ai suoi aspetti iniziali e finali». Così Franco Boggero, già capoarea della Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio della Liguria, e uno dei tre curatori dell’esposizione insieme a Jonathan P. Bober (storico dell’arte della National Gallery of Art di Washington) e Piero Boccardo (già soprintendente alle Collezioni Civiche del Comune di Genova).

I tre studiosi hanno scelto una quarantina di maestri genovesi che hanno maggiormente connotato gli sviluppi del periodo barocco; con un percorso che va dall’inizio del Seicento con la figura di Giovan Battista Paggi e si chiude a metà Settecento con Alessandro Magnasco.

Tra le opere un Bernardo Strozzi inedito, «Ercole e Onfale»; un’elegante «Sacra Famiglia» di Domenico Piola, conservata in un istituto assistenziale parigino; lo splendido «Giuseppe venduto dai fratelli» di Gioacchino Assereto; le due tele «americane» del Fiasella dedicate ai miracoli di Cristo (provenienti dal Ringling Museum di Sarasota) e il gruppo scultoreo del Maragliano che ricompone per l’occasione l’Immacolata della Chiesa di San Teodoro e due santi francescani del Santuario del Monte: tre elementi che un tempo stavano insieme sullo stesso altare della distrutta chiesa genovese di Santa Maria della Pace.

L’esposizione si pone infine in stretto rapporto con la mostra «Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco» organizzata in contemporanea a Roma, alle Scuderie del Quirinale (curata dagli stessi tre studiosi di quella genovese) e in programma da fine marzo a luglio.

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